31 maggio 2010

ASSEMBLEA SINDACALE MAGAZZINI UNICOOP PER IL 7 GIUGNO












IL GIORNO 7 GIUGNO 2010 AVRA' LUOGO UN'ASSEMBLEA DEI LAVORATORI DEI MAGAZZINI UNICOOP DI SCANDICCI E SESTO FIORENTINO DALLE ORE 12.07 ALLE ORE 13.37 (A TURNI UNIFICATI)

ORDINE DEL GIORNO:
- INFORMAZIONI SUL RINNOVO DEL CONTRATTO INTEGRATIVO AZIENDALE;
- VARIE ED EVENTUALI

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29 maggio 2010

UNICOOP FIRENZE: IL BILANCIO TORNA POSITIVO



Unicoop raddrizza il bilancio, dopo il profondo rosso del 2008.



Le vendite restano invariate, l'utile d'esercizio è di 29 milioni.

Si ampliano le perdite sulle azioni MPS detenute dalla cooperativa



Dopo il bilancio del 2008, il primo negativo della sua storia, Unicoop torna nel 2009 all'utile d'esercizio.

Dai dati molto scarni che vengono forniti ai soci, scorgiamo luci ed ombre.
Le immobilizzazioni finanziarie fanno registrare un -14%, viceversa, le attività finanziarie correnti fanno registrare un +47%, segno che Unicoop ha dato impulso ad investimenti di breve periodo. Più che dimezzate le disponibilità liquide (liquidità) -51%, diminuiscono anche le riserve indivisibili di un -11,5%.

Aumentano le giacenze dei soci prestatori a breve del 3,7%, dunque Unicoop continua a riscuote refiducia nella sua funzione di gestione del risparmio. Il prestito sociale complessivo tocca un nuovo record portandosi a 2 miliardi e 787mila euro (5.400 miliardi di vecchie lire).

Abbiamo dato risalto alle attività finanziarie perché la mole di denaro gestita da Unicoop Firenze è impressionante, tanto da far apparire risibili le voci che, nel conto economico, riportano i numeri dell'attività di vendita.
La differenza tra i valori e costi della produzione resta sostanzialmente invariata a 35 milioni. L'utile d'esercizio si attesta a 29 milioni.

Aumenta ancora la perdita sui titoli MPS, il famoso investimento strategico di Unicoop (parole di Campaini) che detiene il 3% circa delle azioni dell'istituto senese. I titoli della banca hanno perso nel 2009 un ulteriore -14%, portando la minusvalenza complessiva a -240 milioni circa (-51%).

Se poi prendiamo i corsi attuali del titolo c'è da piangere. L'azione ha chiuso venerdi scorso a 0,899 euro, portando la perdita complessiva di Unicoop Firenze a -300 milioni (-64%). Per tornare al valore di acquisto di Unicoop le azioni dovrebbero performare di un +180% circa.

Il bilancio di Unicoop Firenze 2009

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22 maggio 2010

UNICOOP FIRENZE COSTRETTA A CAMBIARE ANCORA IL SISTEMA INFORMATICO DEI MAGAZZINI DOPO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE

Modifiche al sistema di radiofrequenza in uso ai magazzini Unicoop Firenze dopo la sentenza di appello del Tribunale del Lavoro di Firenze

La vertenza era stata promossa da un guppo molto attento a queste tematiche di lavoratori dei magazzini Unicoop


Il giorno 28 Aprile 2010 l' Azienda ha convocato le RSU dei magazzini Unicoop Firenze per comunicare le nuove procedure informatiche del sistema di gestione tramite videoterminali a radiofrequenza.

Queste modifiche si sono rese necessarie dopo la sentenza di appello del Tribunale del Lavoro di Firenze del 20 Ottobre 2009, nella quale si condanna Unicoop Firenze alla modifica di tale sistema poichè in contrasto con quanto previsto dalla Legge 300.

In realtà già in un incontro con le RSU del 15 dicembre 2009, il Direttore della Logistica Marco Covelli dichiarava che l'Azienda, ottemperando alla sentenza, aveva apportato gli opportuni cambiamenti.

Ma, in seguito alla visita ispettiva di un funzionario del Dipartimento Provinciale del Lavoro di Firenze, è emerso che le modifiche apportate non erano sufficienti a garantire la privacy dei dipendenti, perciò sono stati previsti ulteriori accorgimenti che sembrano definitivamente mettere al riparo i lavoratori da comportamenti scorretti dei loro superiori.

Ci auguriamo che questo significhi la parola FINE ad un uso illecito dei sistemi di controllo da parte dell' Azienda, al quale troppo spesso le Organizzazioni Sindacali non hanno voluto dare il giusto peso.

Purtroppo siamo a conoscenza che Unicoop Firenze probabilmente farà ricorso in Cassazione opponendosi al giudizio di appello del Tribunale di Firenze.

Tutto il nostro appoggio va ai colleghi che in tempi non sospetti promossero, privatamente, questa vertenza.


21 maggio 2010

IL GOVERNO CAMBIA LO STATUTO DEI LAVORATORI



Insorgono PD e la Cgil, altolà di Cisl e Uil



Cambiare lo Statuto dei lavoratori. Esattamente dopo quarant'anni dall'entrata in vigore della legge sui diritti di chi lavora, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha voluto confermare che il governo intende mettere mano a quelle norme. E che lo farà in tempi rapidi: nei prossimi giorni arriverà il Piano triennale per il lavoro al quale seguirà un disegno di legge delega sullo "Statuto dei lavori". Un vecchio progetto di Sacconi articolato su due livelli: il riconoscimento dei diritti di tutti i lavoratori indipendentemente dalle dimensioni aziendali e dal tipo di contratto (lo Statuto attualmente si applica a poco meno della metà dei lavoratori) e un sistema di tutele variabili a seconda del settore di appartenenza, del territorio e della stessa impresa. "Un attacco alla Costituzione", secondo il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, convinto che lo Statuto "non sia il caro estinto" .

I quarant'anni dello Statuto sono stati celebrati da Cgil, Cisl e Uil in tre distinti convegni. Segno delle divisioni di questa stagione sindacale. Eppure, al di là dei toni e degli argomenti, nessuno tra i sindacalisti ha detto di considerare quello della riforma della legge 300 del 20 maggio 1970 una priorità. Lo stesso leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha preso le distanze dalla tempistica prospettata da Sacconi. "Il governo - ha detto - dovrebbe occuparsi d'altro in questo momento. C'è altro da fare adesso piuttosto che aprire spaccature o creare altre difficoltà". E, in ogni caso - secondo la Cisl - le modifiche andranno prima individuate dalle parti sociali (imprese e sindacati) e poi trasferite in una legge del governo o del Parlamento.

Linea condivisa dalla Uil di Luigi Angeletti secondo il quale il vero obiettivo deve essere quello di estendere le tutele ai tanti lavoratori che oggi ne sono privi. "Di questi dobbiamo preoccuparci", ha detto Angeletti nel convegno organizzato dalla Uil a Roma al Cinema Capranica dove è stato fischiato il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. A provocare il dissenso di una parte della platea è stato il passaggio nel quale Brunetta ha sostenuto che "c'è qualcuno che ha considerato lo Statuto come strumento per difendere i fannulloni". Fischi e brusii ai quali ha replicato il ministro: "Si vede che c'è qualche fannullone anche in sala. Ma io non mi faccio intimidire. Io sono un privilegiato perché da riformista sono qui a parlare. Altri non l'hanno potuto fare". Con chiaro riferimento, tra gli altri, a Massimo D'Antona e Marco Biagi, uccisi dai terroristi.

La giornata di ieri si è così sviluppata su due piani: quella sul progetto del nuovo Statuto e quello sulle polemiche legate al passato. Rinfocolate anche dal ministro Sacconi che nel suo intervento nell'aula del Senato ha ricordato l'astensione del Partito comunista (il Pci) sullo Statuto, le durissime critiche che vennero da alcuni esponenti di quell'area, fino all'omicidio di D'Antona e il rischio che si torni a una stagione di violenza. Una connessione che ha provocato la reazione del capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Anna Finocchiario: "Associare, come ha fatto il ministro Sacconi, il voto di astensione del Pci in Parlamento sullo Statuto alla stagione di violenze che poi condusse al terrorismo è un'indecente aberrazione".

21 maggio 2010

Roberto Mania


La Repubblica.it


CHE COSA E' "LO STATUTO DEI LAVORATORI"

20 maggio 2010

GRANDI OPERE, PISTA SVIZZERA: CACCIA AI CONTI ALL'ESTERO



Armando Vanni, per un breve periodo presidente del consiglio di gestione di Unicoop Firenze




I PM chiedono aiuto a bankitalia: si cercano i soldi delle attività illecite.

La lista dei settantuno: tra i nomi controllati spuntano il presidente BTP Vanni e l'ex commissario Fabbri.

La scia dei soldi porta in Svizzera. Ne sono convinti i magistrati che si occupano degli appalti delle Grandi Opere. E proprio per questo motivo sono state disposte una serie di rogatorie internazionali nei confronti di indagati eccellenti, ma anche di persone che non sono ufficialmente mai entrate nell' indagine.

Nelle scorse settimane infatti il sostituto procuratore Luca Turco, "al fine di individuar i proventi delle attività illecite", ha chiesto collaborazione a Bankitalia per sapere se vi siano segnalazioni bancarie sospette che riguardano settantuno nominativi.

E tra di loro spuntano i nomi dell' attuale presidente di BTP Armando Vanni e dell' ex commissaria straordinaria degli Uffizi Elisabetta Fabbri, che a questo punto risultano pienamente coinvolti - anche se non indagati - nell' inchiesta. [...]

7 maggio 2010

Simone Innocenti

Il Corriere Fiorentino


PERCHE’ CAMPAINI FECE FUORI ARMANDO VANNI ?


18 maggio 2010

I LAVORATORI DEI MAGAZZINI UNICOOP DIFFIDANO I SINDACATI

I lavoratori dei magazzini Unicoop hanno votato all'unanimità un documento in cui diffidano i sindacati dal prendere iniziative inerenti ai magazzini senza previa e vincolante consultazione del personale interessato


La sfiducia nei confronti delle OO.SS. di rappresentanza (?) viene da lontano nei magazzini Unicoop. Non stiamo qui a ripercorrere tutti gli eventi, sarebbe noioso, oltreché deprimente.

I lavoratori dei magazzini Unicoop Firenze vivono da anni una situazione di tensione ed incertezza, dovuta al progressivo avanzare dell'appalto voluto da Unicoop nel disinteresse complice dei sindacati.
Che poi tutto questo si riverberi nelle tante cause in corso che fanno i magazzini Unicoop l'unità lavorativa più conflittuale di tutta la realtà dell'azienda, va da se.

Ieri 18 maggio, in un'assemblea molto partecipata è stato votato un documento che DIFFIDA Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil dal prendere quasiasi iniziativa senza aver prima svolto consultazioni vincolanti del personale interessato.

Questo si è reso necessario dopo che Unicoop, attraverso le parole del direttore alla logistica, aveva annunciato il totale appalto del magazzino carni di Pontedera proponendo anche un'eventuale ricollocazione di quel personale presso la ditta appaltatrice. Le stesse considerazioni sono state fatte in seguito dal responsabile dei magazzini per quanto riguarda il personale Unicoop ancora presente nel reparto salumi e latticini, reparto che verrà trasferito ed appaltato.

In seguito a queste inquietanti dichiarazioni, le rsu dei magazzini, sollecitate dai lavoratori, avevano provveduto ad informare in data 12 aprile, con una lettera raccomandata le OO.SS. chiedendo loro di assumere una precisa posizione di condanna, la stessa che le rsu avevano preso durante l'incontro con la direzione dei magazzini Unicoop in cui erano emerse le preoccupanti novità.

Visto che la lettera spedita non è stata degnata DI NESSUNA RISPOSTA (ebbene sì, questi sono si sindacati in Unicoop firenze!), l'assemblea dei lavoratori dei magazzini Unicoop ha votato unanimemente il documento di diffida.

I LAVORATORI DEI MAGAZZINI UNICOOP FIRENZE DIFFIDANO I SINDACATI



DDL LAVORO, ARRIVA IL LICENZIAMENTO A VOCE PER I PRECARI




Il relatore: è per i casi residuali






Il tema dell'arbitrato torna in linea con la posizione del Governo dopo che, sul testo del disegno di legge sul Lavoro, a fine aprile era passato contro il parere del governo un emendamento dell'ex ministro Cesare Damiano (Pd) che ne aveva limitato gli effetti. La maggioranza e' corsa ai ripari in Senato, con un emendamento del relatore per la Commissione Lavoro, Maurizio Castro (Pdl).

Ma la polemica scoppia anche su un altro emendamento del relatore: rientroduce, per i precari con contratti a termine, la possibilita' di licenziamento a voce, allungando contemporaneamente da 60 a 90 giorni i tempi per impugnare la decisione.

Per il ddl lavoro, rinviato alle Camere dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, non c'e' tregua alle polemiche. Sull'arbitrato - il cuore del riesame del testo - torna la possibilita' che con una clausola compromissoria venga previsto il ricorso per tutte le controversie che dovessero insorgere in futuro sul rapporto di lavoro.

"Si tratta di un atto incredibile arroganza", commenta il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: "Al Senato e' avvenuto un fatto molto grave. Governo e maggioranza hanno ripristinato le norme che l'opposizione era riuscita a cancellare alla Camera, negando sostanzialmente la libera scelta del lavoratore nel ricorso all'arbitrato e contravvenendo nella sostanza all'indicazione del Capo dello Stato". Per Cesare Damiano e' "uno strappo inaccettabile".

Insorge la Cgil, che parla di "legge sbagliata ed incostituzionale" e preannuncia una opposizione "con tutte le forme di mobilitazione possibile, nessuna esclusa: questo tema sara' al centro di tutte le iniziative di lotta", dice il segretario confederale Fulvio Fammoni: "E' confermata la volonta' pervicace di tagliare diritti fondamentali dei lavoratori, pur in presenza di una crisi che continua ad aggravarsi ogni giorno di piu'. Si vogliono cancellare anche i pochi passi in avanti fatti alla Camera" sul Ddl Lavoro, dice il sindacalista della Cgil.

Quanto alla possibilita' di licenziamento "senza forma scritta", prevista per i dipendenti a tempo determinato nel settore privato ma che potrebbe arrivare anche per i pubblici, si tratta - spiega uno dei due relatori di maggioranza, Maurizio Castro - di "casi residuali, per esempio nella piccola bottega". Ma l'opposizione attacca. Per l'Idv "si torna all'epoca degli schiavi, bastera' un cenno per licenziare un precario", dice il responsabile welfare e lavoro, Maurizio Zipponi.

Sono poco piu' di cento (di cui oltre 90 dell'opposizione) gli emendamenti presentati alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro del Senato. Il provvedimento e' arrivato a Palazzo Madama in sesta lettura, dopo il rinvio alle Camere deciso lo scorso 31 marzo dal presidente della Repubblica.

Tra gli emendamenti della maggioranza, e' anche previsto (lo ha presentato il relatore per la Commissione Affari costituzionali, Filippo Saltamartini) un aumento di 5 milioni di euro, a partire dal 2012, dello stanziamento al fondo per risarcire gli invalidi permanenti o i familiari delle vittime decedute per esposizione all'amianto sulle navi di Stato.

17 maggio 2010

Rainews 24


16 maggio 2010

ACCORDO CON CFT, I 102 CAMIONISTI TORNANO AL LAVORO

Risolta la vicenda del nuovo appalto per i trasporti dei prodotti Coop



I camion della CFT hanno consegnato i prodotti su ordine di Unicoop Tirreno, nonostante lo sciopero, quindi in palese contrasto con l'art. 28 dello Statuto dei lavoratori. Per il sindacato, come al solito, quando si tratta di Coop è tutto regolare.
I precedenti di questo genere sono numerosi.

Si è risolta positivamente, ieri sera, la vicenda dei 102 camionisti licenziati dalla Dinamica Logistica, la ditta che ha rescisso il contratto d'appalto di Unicoop Tirreno per il trasporto dei prodotti dal centro di distribuzione di Vignale ai supermercati e negozi a marchio Coop.

I camionisti, che ieri sono stati in sciopero per tutta la giornata, hanno trovato un accordo con la Cooperativa fiorentina trasporti (Cft) e quindi saranno tutti assorbiti da questa società che subentra nell'appalto a Dinamica Logistica. «La Cft ha accolto le nostre richieste», dice Fabio Elmini, rappresentante sindacale dei camionisti Dinamica, stremato da giorni di trattative praticamente ininterrotte, condotte insieme ai sindacalisti del settore di Cgil, Cisl e Uil, mentre sul piazzale di Unicoop a Vignale i lavoratori sono rimasti in assemblea permanente da martedì scorso.

«La Cft - dice ancora Elmini - ha dato a tutti i 102 camionisti ex Dinamica la possibilità di scegliere se essere assorbiti come dipendenti o soci-lavoratori, con un buon recupero dell'integrativo che ci eravamo costruiti nel tempo». Era quello che chiedevano i lavoratori, che dunque hanno sospeso la protesta e da lunedì torneranno al lavoro per la nuova società appaltatrice.

«Non è mai stata in discussione la garanzia del posto di lavoro per i 102 dipendenti della Dinamica - specifica una nota di Unicoop Tirreno - Le garanzie normative e di salvaguardia dei diritti delle persone proposte da Cft sono superiori a quelle ottenute in situazioni analoghe».

Rispetto allo sciopero di ieri, i camionisti in stato di agitazione segnalano come durante la giornata numerosi camion della Cft abbiano comunque svolto la distribuzione dei prodotti. Unicoop Tirreno in proposito specifica di aver «mantenuto un atteggiamento responsabile, teso ad evitare inutili e pericolose tensioni; fa parte di questo atteggiamento la volontà di garantire ai soci e consumatori la presenza della merce a punto vendita».

15 maggio 2010

Nicola Stefanini

Il Tirreno



VIDEOSORVEGLIANZA: NO AL CONTROLLO DEI LAVORATORI


Garante Privacy
Decisione del 26 febbraio 2009




Non è lecito installare telecamere che possano controllare i lavoratori, anche in aree e locali dove si trovino saltuariamente.

E' quanto stabilito dal Garante della Privacy con la decisione 26 febbraio 2009, con la quale ha precisato che l'uso di videocamere nei luoghi di lavoro deve rispettare in maniera rigorosa gli obblighi previsti dallo Statuto dei lavoratori (peraltro richiamati anche dal Codice della privacy).

In particolare il principio contenuto nel provvedimento vale anche per le aree in cui i dipendenti possono trovarsi saltuariamente o semplicemente transitare, quali ad esempio quelle di carico e scarico delle merci o i box informazioni.

8 aprile 2009

Altalex

14 maggio 2010

FERMI PER SCIOPERO I CAMION UNICOOP TIRRENO. LICENZIATI 102 AUTISTI

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Camionisti in sciopero alla Unicoop Tirreno: l'azienda propone loro un passaggio ad una nuova ditta appaltatrice, stavolta non più dipententi, ma con la qualifica nefasta di socio-lavoratore.

Nel 2002 il settore trasporti di Unicoop Tirreno che riforniva i negozi della cooperativa furono appaltati ad una ditta esterna. I 102 camionisti da Unicoop passarono alla nuova società.

In marzo questa società, il Consorzio Dinamica Logistica, ha rescisso il contratto di appalto con Unicoop tirreno e ha licenziato i 102 dipendenti.

Ora Unicoop tirreno propone ai lavoratori licenziati il passaggio alla CFT, con una "piccola" differenza, come quella che intercorre tra la notte e il giorno: non più dipendenti, ma soci lavoratori.
Intanto oggi, venerdi 14 maggio, è sciopero.


PIOMBINO. Venerdì 14 per tutta la giornata, dalle 00 alle 24, resteranno fermi per sciopero dei camionisti tutti i mezzi che trasportano i prodotti dal centro di distribuzione Coop di Vignale nelle decine e decine di supermercati e negozi che fanno capo a Unicoop Tirreno.

Lo sciopero è stato proclamato ieri durante un presidio di protesta attivato nel piazzale della sede Coop di Vignale da molti dei 102 camionisti che, per conto di una ditta d'appalto, svolgono il servizio di distribuzione dei prodotti per la cooperativa. Camionisti che, da sabato prossimo, sono tutti licenziati.

Esternalizzare. Nel 2001 l'allora Coop Toscana-Lazio decise di esternalizzare il servizio di trasporto dei prodotti da Vignale ai punti vendita, fino ad allora condotto con propri dipendenti. L'appalto andò al consorzio Dinamica Logistica, operante in varie parti d'Italia e con un ramo d'azienda anche a Santa Croce sull'Arno. I camionisti Coop furono così assorbiti dalla società appaltatrice e con successivi ingressi sono arrivati ad essere gli attuali 102 lavoratori che ogni giorno troviamo sulle strade alla guida dei camion con le insegne Coop. Un'ottantina di questi autisti, tutti residenti nella zona, operano partendo dalle piattaforme Coop di Vignale e Venturina; un'altra ventina sono in forza alla piattaforma di distribuzione di Ceccano (Frosinone).

Licenziati. Il 25 marzo scorso, come spiegano dall'ufficio relazioni esterne di Unicoop Tirreno, Dinamica Logistica ha chiesto di rescindere anticipatamente il rapporto di appalto. Unicoop ha ottenuto la prosecuzione del servizio fino al 15 maggio per avere il tempo di trovare un' altra società alla quale affidare il trasporto. Nel frattempo, ed è cosa delle ultime settimane, i 102 camionisti hanno ricevuto da Dinamica Logistica le lettere di licenziamento con decorrenza, appunto, da sabato prossimo e senza l'intervento di ammortizzatori sociali.

L'alternativa. La nuova società cui affidare il servizio di trasporto, individuata da Unicoop, è la Cooperativa fiorentina trasporti (Cft) che, spiegano dagli uffici di Vignale, si è impegnata ad assorbire tutti i 102 camionisti già da lunedì prossimo.

Il problema. «Coop sta cercando di farci apparire questa operazione come un grande affare, ma non è così, anche perchè ci mettono di fronte a un bere o affogare - dice Fabio Elmini rappresentante sindacale dei camionisti in Dinamica Logistica - Questo passaggio a Cft avverrà a condizioni molto diverse da quelle che abbiamo adesso. In primo luogo ci viene imposto di passare dallo stato di dipendenti a quello di soci-lavoratori che significa un diverso inquadramento contrattuale e minori garanzie e sicurezze sia economiche che sul nostro futuro. E poi ci sono una quantità di altri aspetti che non ci convincono e che comunque vanno approfonditi meglio, invece tutto è stato fatto sopra le nostre teste senza che nessuno ci coinvolgesse».

La protesta. «Intanto come Cgil, Cisl e Uil trasporti abbiamo proclamato questo sciopero per l'intera giornata di venerdì - dice Costantino Ferraro della Filt-Cgil provinciale - I lavoratori da giovedì allestiranno anche un gazebo di sensibilizzazione nel piazzale della Coop a Vignale. Nel frattempo avremo un nuovo incontro con la Cft perchè ad oggi permangono troppe incertezze su tempi, modi, garanzie economiche e normative di questo eventuale passaggio dei lavoratori. Va detto poi che il metodo utilizzato finora è a dir poco pessimo, tutto è stato fatto senza alcuna comunicazione formale ai sindacati. Quanto al ruolo di Coop - dice ancora Ferraro - auspichiamo che chi all'interno dell'azienda ha potere decisionale e politico contribuisca a trovare una soluzione per questi lavoratori; comunque i nostri interfaccia sul piano sindacale restano, al momento, Cft per il futuro e Dinamica Logistica per il pessimo comportamento passato».

12 maggio 2010

Nicola Stefanini

Il Tirreno


COOPERATIVE: DA DIPENDENTI A SOCI

GRANAROLO CEDE LA LOGISTICA

MPS, NEL TRIMESTRE CALA L'UTILE



Ancora un trimestre in deciso calo per l'istituto senese




La banca senese ha chiuso il primo triemstre dell'anno con un utile di 142,2 milioni di euro, in calo del 52,7% rispetto al risultato dello stesso periodo dello scorso anno.

Il margine di intermediazione primario ha evidenziato un calo del 2% a 1,38 miliardi di euro, mentre il margine della gestione finanziaria e assicurativa è sceso del 4% a 1,42 miliardi di euro. Il risultato operativo netto è peggiorato dell'11,2% a 256 milioni di euro.

La raccolta diretta è rimasta sostanzialmente invariata (-0,2%), mentre quella indiretta è salita del 3,4%. I crediti verso la clientela sono scesi dell'1,1% a 150,8 miliardi di euro.

I crediti in sofferenza netti sul totale dei crediti verso clientela si sono attestati al 3,25% dal 3,05% della fine del 2009 mentre gli incagli netti hanno toccato il 2,66% dal 2,47% di 3 mesi prima. Invariato, al 7,5% il Tier1 ratio.

13 maggio

SoldiOnline

UNIPOL VEDE CALARE L'UTILE NEL TRIMESTRE







Trimestrale deludente.
Confermato l'obiettivo per il 2010


Unipol chiude il primmo trimestre con un risultato complessivo consolidato positivo per 62 milioni di euro, a fronte di un risultato negativo del primo trimestre 2009 di 135 milioni di euro.

Tuttavia, il risultato netto consolidato si è attestato a 1 milione di euro (con un risultato di pertinenza del Gruppo negativo per 7 mln) rispetto all'utile di 40,7 mln dell'anno precedente.
Nell'Area Danni, la raccolta di premi diretti è risultata in flessione del 3,7% (-2,6% nei rami Auto e -5,5% nei rami non Auto), principalmente a seguito della rigorosa politica assuntiva posta in essere a partire dalla seconda metà del 2009. La raccolta diretta Vita ammonta a 1.193 milioni di euro (-28,2% rispetto al primo trimestre 2009, periodo in cui si era verificata una crescita non ripetibile della raccolta di BNL Vita).

Nell'Area Bancaria la raccolta diretta del Gruppo UGF Banca2 si è attestata a 8,4 miliardi di euro, mentre gli impieghi2 sono saliti a 7,2 miliardi di euro. Il margine di intermediazione, stabile rispetto al primo trimestre 2009, ha visto crescere la componente del margine da servizi (31 milioni di euro, +49,2%), positivamente influenzato dalla crescita delle commissioni nette (anche grazie alla commercializzazione di nuovi prodotti, come le coperture di Credit Protection e Prestiti Personali), che ha compensato il calo del margine da interessi (52 milioni di euro, -16,3%), ovviamente condizionato dalla diminuzione dei tassi di mercato.

Relativamente alla Gestione Finanziaria, la consistenza degli investimenti e delle disponibilità liquide del Gruppo ha raggiunto i 41,8 miliardi di euro, mentre quelle degli investimenti di origine "assicurativa" sono pari a 32,6 miliardi di euro (21,1 escludendo gli investimenti il cui rischio è a carico degli assicurati).

Sulla base dei dati al trimestre, il Gruppo conferma l'obiettivo di ritornare, nell'esercizio 2010, ad un risultato positivo per effetto delle numerose azioni attivate, in particolare nel settore dei rami Danni.

14 maggio 2010

La Repubblica.it

IGD, NEL PRIMO TRIMESTRE UTILE E RICAVI IN SALITA


La trimestrale della società quotata in borsa e controllata da Coop Adriatica e Unicoop Tirreno


Il Consiglio di Amministrazione di IGD - Immobiliare Grande Distribuzione SIIQ S.p.A. IGD, società attiva nel settore immobiliare della grande distribuzione e quotata sul segmento STAR di Borsa Italiana, riunitosi in data odierna sotto la Presidenza di Gilberto Coffari, ha esaminato e approvato il Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2010. Lo si legge in una nota.

L'Utile Netto consolidato di Gruppo al 31 marzo 2010 è pari a 8,46 milioni di euro, in crescita del 15,89% rispetto ai 7,30 milioni di euro registrati al 31 marzo 2009. Tale incremento è principalmente riconducibile alla crescita dei ricavi per effetto delle nuove aperture avvenute nel corso del 2009.

Al 31 marzo 2010, il Gruppo IGD ha realizzato Ricavi Totali pari a 29,90 milioni di euro, in crescita del 11,53% rispetto ai 26,81 milioni di euro registrati nel primo trimestre dell'esercizio 2009. Tale incremento è principalmente riconducibile agli effetti delle nuove aperture effettuate nel corso del 2009. In particolare, la crescita più significativa è stata registrata nell'area del core business del Gruppo IGD, dove i ricavi da attività locativa sono incrementati, rispetto allo stesso periodo del 2009, del 12,03%. I ricavi da servizi, pari a 1,12 milioni di euro, sono aumentati del 21,69% rispetto allo stesso periodo del 2009.

Il Margine Operativo Lordo (EBITDA) al 31 marzo 2010 del Gruppo IGD è risultato pari a 20,10 milioni di euro, con unincremento del 17,74% rispetto ai 17,07 milioni di euro registrati al 31 marzo 2009.

L'Ebitda Margin, calcolato sui ricavi gestionali, è pari al 71,58%, in crescita del 4,71% rispetto al dato relativo al primo trimestre dell'esercizio 2009, quando era pari al 68,36%.

I costi diretti, comprensivi dei costi del personale diretto, sono pari a 5,82 milioni di euro, in crescita dell'1,93% rispetto allo stesso periodo dell'esercizio precedente, con un incremento meno che proporzionale rispetto ai ricavi da attività locativa. Le spese generali, comprensive dei costi del personale di sede, sono pari a 2,23 milioni di euro, in leggero calo rispetto all'analogo periodo dell'esercizio precedente.

Al 31 marzo 2010, il Risultato Operativo (EBIT) del Gruppo IGD è pari a 19,62 milioni di euro, in aumento del 18,64% rispetto ai 16,54 milioni di euro registrati al 31 marzo 2009.

13 maggio 2010

La Repubblica.it


11 maggio 2010

ASSEMBLEA MAGAZZINI UNICOOP FIRENZE IL 18 MAGGIO




Si richiederà attraverso un documento una chiara posizione da parte delle organizzazioni sindacali che al momento latitano, chissà perché...



Chiesta a gran voce, durante l'assemblea del 3 maggio scorso, una nuova assemblea dei magazzini Unicoop che si svolgerà il 18 di questo mese, dopo che la discussione fra RSU e azienda ha fatto emergere l'eventualità di un passaggio per alcuni reparti alla ditta appaltatrice.

Già, la ditta appaltatrice. Quella cooperativa di soci lavoratori che si sta mangiando i vari magazzini (costano meno, immaginate perché?) e che è ormai legata a doppio filo ad Unicoop Firenze, quella CFT così chiacchierata e così discussa, sulla quale chi vuole può trovare resoconti non certo edificanti sul nostro blog, con vibrate proteste dei propri lavoratori. Pensate quanto è costato a queste persone, quasi tutti extracomunicari, quindi potenzialmente ricattabilissimi per mille ragioni, rilasciare dichiarazioni alla stampa.

Nell'assemblea del 3 maggio, è stato proposto un nuovo incontro al fine di redigere un documento firmato dai lavoratori Unicoop dei magazzini, in cui si puntualizzi alle OO.SS. che, nel qual caso l' azienda dovesse fare ufficiali proposte che potrebbero implicare passaggi ad altro datore di lavoro, siano esse tenute a sottoporle immediatamente alla valutazione dell' assemblea dei magazzini.

Ricordiamo che le RSU dei magazzini Unicoop hanno già provveduto ad informare della questione le succitate OO.SS. con lettera raccomandata, invitantole a prendere chiara posizione già un mese fa.

Naturalmente nessuna risposta, come nella migliore tradizione sindacale (?) in Unicoop.


08 maggio 2010

FONDAZIONE MPS: AVANZO 2009 SCENDE A 62,5 MLN. RAFFORZATO PATRIMONIO



Dopo il disastroso bilancio della banca, la Fondazione Monte dei Paschi non poteva certo far bene.
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Chiude il 2009 con un avanzo d'esercizio di appena 62,5 milioni (-82% rispetto al 2008) derivanti dal simbolico centesimo di euro di dividendo assegnato da banca MPS sulle azioni di risparmio


L'istituto senese avrebbe volentieri evitato anche questo esborso, ma avrebbe bloccato la cedola sulle obbligazioni subordinate come da regolamento, con conseguente e probabile fuga dalla banca e dal titolo di correntisti ed investitori e già questi ultimi scappavano senza bisogno di ulteriori incentivazioni.

Il presidente della fondazione Mancini (nella foto è quello con la cravatta) ha un bel chiedere alla banca "il ritorno ad un congruo dividendo", quando il titolo quota quasi sui minimi storici (0.874). Forse la sua voce e non solo la sua, si doveva levare quando MPS ha comprato a prezzi folli Antonveneta, appena prima della crisi finanziaria. Un tempismo perfetto. Sarà per questo che Mussari è candidato alla presidenza dell'ABI?

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La Fondazione Monte dei Paschi ha chiuso il bilancio consuntivo 2009, con un avanzo di esercizio di 62,5 milioni di euro (340,5 milioni nel 2008) ed un patrimonio netto contabile che supera i 5,534 miliardi (5,511 nel 2008), piu' del doppio rispetto ai 2,7 miliardi del primo esercizio amministrativo del 1996. L'attivo totale ammonta a 6,433 miliardi di euro.

Dal lato del patrimonio netto valutato a prezzi mercato, plusvalenze dal trading e minusvalenze sulla quota nella Banca Monte dei Paschi di Siena (269 milioni), Mediobanca (115 milioni), entrambe partecipazioni strategiche e su Intesa SanPaolo (70 milioni). Gran parte delle Fondazioni bancarie registrano un gap sfavorevole tra patrimonio netto contabile e di mercato a causa del trend ribassista dei mercati finanziari.

Liquidita'a 319 milioni.

Un bilancio ''piu' complicato e difficile di quelli degli anni precedenti, a causa della crisi'' ha detto il presidente della Fondazione Mps Mancini. L'Ente ha infatti ricevuto dal Monte, di cui detiene il 54,85% del capitale votante, 45,68% del capitale ordinario), dividendi per 63,9 milioni (contro 376 dell'esercizio precedente), su un totale di proventi pari a 65,5 milioni.

Una dieta che non impedira' di svolgere l'attivita' istituzionale di erogazione, le risorse disponibili sono 40,9 milioni (180 milioni nello scorso esercizio), ma che potrebbero salire, come indicato dal documento programmatico, a circa 120 milioni grazie al fieno messo in cascina negli anni delle vacche grasse. La Fondazione dispone infatti di un fondo di stabilizzazione pari a 172 milioni che consente di integrare le risorse destinate all'attivita' istituzionale.

Palazzo Sansedoni ha lavorato anche ''sul rafforzamento patrimoniale'', ha spiegato il Dg, Marco Parlangeli. Alle riserve sono state allocati 22 milioni, il massimo di quanto consentito dalla legge.

Nel 2010 la Fondazione ricevera' dal Monte dividendi pari a 190 mila euro (esercizio 2009 della banca), vengono infatti remunerate solo le azioni di risparmio. All'orizzonte si annuncia un primo turnaround, ''la banca ha detto che il prossimo anno (esercizio 2010,ndr), tornera' a distribuire il dividendo'' ha detto Mancini, non nascondendo che davanti ci potrebbero essere ''ancora due o tre anni difficili''.

Proprio la minore disponibilita' di risorse imporra' ''una maggiore selettivita' nei progetti da finanziarie'' ha spiegato il vicepresidente della Fondazione Mps, Vittorio Galgani.

7 maggio 2007

ASCA

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05 maggio 2010

MA I SOCI PRESTATORI UNICOOP, SONO TRANQUILLI?




Ore 15.27

Banca MPS 0,941 -4,9975







In periodo di assemblee soci per l'approvazione del bilancio 2009, l'investimento strategico di Unicoop Firenze su Monte dei Paschi, alla luce delle nuove turbolenze sui mercati, si sta trasformando in un incubo sistematico. Inoltre il titolo MPS è tra i preferiti per chi specula al ribasso. In pratica non c'è fiducia nell'istituto senese e i traders scommettono (e straguadagnano) sul ribasso del titolo.

Sarebbe importante che Unicoop fornisse cifre precise sulle perdite attualmente in essere su azioni MPS. Una posizione chiara che auspichiamo venga presa per fugare dubbi ed evitare una eventuale fuga dai libretti.

Alla quotazione attuale la minusvalenza di Unicoop si attesterebbe attorno a -292 milioni circa, e produrrebbe una perdita dall'investimento iniziale di oltre il 62%.

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LA COOP SEI TU. MA PROPRIO TU. ALLA LETTERA


Lo sfogo di una cassiera addetta all'assistenza alle casse automatiche del nuovo supermercato di San Lazzaro (BO) e il timore che le "automatiche" eliminino nel tempo le "tradizionali".
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La risposta fredda e sibillina di Coop Adriatica:
«Non è all’ordine del giorno»



LA COOP sei tu. Ma proprio tu. Alla lettera. Alle «casse più» fai tutto da solo (quasi). La pubblicità è invitante. Scritto bello in grande: «Sempre aperte».

Poi tre aggettivi scattanti: «Più veloci, più pratiche, più innovative». Calma: resta sempre la supervisione della cara, vecchia cassiera. Una per cinque postazioni, è così nel nuovo supermercato di San Lazzaro. La spesa automatica è sul mercato da un anno, coinvolge una quindicina tra iper e super. Funziona così: il cliente arriva con i suoi acquisti — massimo quindici pezzi — e passa tutto sul lettore del codice a barre.

Osservazione diretta: la cassiera in supervisione corre di qua e di là perché la richiesta di assistenza è continua. Una voce avverte quando sbagli qualcosa. Che so: non metti il prosciutto nella sportina e la macchina si rifiuta di andare avanti. Sempre che il prosciutto non sia in offerta. In quel caso, devi digitare i numeri a mano. Proprio come fanno le cassiere quando il meccanismo s’inceppa. Tutto molto tradizionale.

Ma non è solo per questo che i clienti si dividono. Ci sono quelli che non possono più farne a meno — la cassa automatica spopola tra i pensionati — e quelli che invece confidano un timore vero: non sarà che così l’azienda taglia sul personale? E poi vuoi mettere l’umanità?

Coop Adriatica rassicura: «L’anno scorso a Bologna abbiamo consolidato 160 persone. I rapporti a tempo indeterminato sono arrivati al 93 per cento, un record. I timori sui tagli sono infondati. La novità delle ‘casse più’ è stata discussa a lungo con il sindacato.

Poi, è vero, nelle assemblee dei soci ce l’hanno chiesto, che impatto avranno sui posti di lavoro? Curiosità più che legittima. Ma la risposta è: nessun rischio, l’attività si evolve. Magari non stai alla cassa ma all’allestimento».

SOLO che Giancarlo Ballanti, collaudatore in un’azienda metalmeccanica, uno che sa cos’è la cassintegrazione — «oggi per fortuna andiamo bene» — resta con il dubbio. Patito della coop, usa la cassa automatica «pochissimo, quando vado proprio di corsa. La detesto. Penso sempre: se robotizzassero il mio lavoro mi darebbe molto fastidio». Lui è uno fatto così: in fabbrica sono in duecento e li conosce tutti per nome. Vale anche per le cassiere (e i cassieri). «Ci fai la battuta, vivaddio un po’ d’umanità — sospira —. Altrimenti uno si sente come un pollo d’allevamento».
Una volta ha scritto anche al direttore della vecchia coop, «per dire che lavoravano bene. Mi ha ringraziato e ha esposto la lettera in bacheca».

Invece Aldo Tivoli, pensionato, va matto per le casse automatiche, «non potrei farne a meno. Mi trovo benissimo, sono veloci e sicure. Non faccio la fila, per la spesa che devo fare me la sbrigo subito». Luciano L., tranviere, punzecchia: «Anche le coop guardano all’interesse». Favorevole Nicola Serafino, pensionato, la risposta è sempre la stessa, «risparmio tempo».

Invece Enzo Raisi, parlamentare finiano oggi nella tempesta — uno costantemente fuori linea — ormai indifferente ai sospetti di inciuci a sinistra, non ha problemi a rivelare: «Sì, sono socio coop, da molti anni. Da imprenditore capisco che l’automazione è un processo inevitabile. Ma trovo più umano un rapporto diretto con le cassiere... Sia chiaro, vale anche se sono cassieri. Io poi mi regolo così: se ho tempo faccio da solo, altrimenti no».

Il contrario di quello che fa tutto il resto del mondo. Domanda all’ufficio stampa di Coop Adriatica: non è che con il tempo eliminerete le casse tradizionali? Replica pronta: «Non è all’ordine del giorno». Frase sibillina. Se a parlare così fosse un politico, ci sarebbe da pensar male. Risposta prontissima: «Ma la coop non è un partito».

4 maggio 2010

Rita Bartolomei

Il Resto del Carlino


04 maggio 2010

ASSEMBLEA GENERALE AL CE.DI. DI SCANDICCI















Nella assemblea dei lavoratori dei magazzini Unicoop per fare il punto sull'integrativo emergono le preoccupazioni per le parole dell'azienda che in alcuni casi
agevolerebbero il passaggio alla ditta appaltatrice

I sindacati, pur sollecitati ad assumere una posizione chiara, tacciono...

Lunedì 3 maggio si è svolta presso la sede di Scandicci un'assemblea generale dei dipendenti del settore logistico di Unicoop Firenze.

Questa si era resa necessaria per fare il punto sulla trattativa per il rinnovo dell' integrativo di gruppo, ma anche e soprattutto per cercare di far luce su atteggiamenti da parte della dirigenza, che negli ultimi mesi hanno destato forti preoccupazioni in tutti i reparti.

Ci riferiamo all' ipotesi, emersa durante un confronto tra rsu e dirigenza, di un passaggio dei dipendenti del magazzino carni di Pontedera alla ditta appaltatrice (CFT) in occasione dell' apertura della nuova sede. La direzione ha infatti annunciato che il nuovo reparto carni sarà completamente gestito da una cooperativa esterna ed accorperà anche il reparto salumi e latticini attualmente sito a Scandicci.

Anche in questo reparto, in occasione di una riunione, sono state fatte proposte incentivanti all' esodo per mezzo del direttore dei magazzini Galeota, che si è spinto anche oltre parlando apertamente di cifre messe a disposizione per chi decidesse di passare alla ditta appaltatrice.

La discussione in assemblea ha perciò ruotato prevalentemente su queste vicende, avendo le rsu premesso che negli incontri avuti dalla delegazione trattante, nessuna materia riguardante in specifico il settore logistico era fin qui emersa.

D' altronde nelle scorse settimane la stessa Rsu, preoccupata dalle suddette dichiarazioni aziendali, ne aveva informato le Segreterie Regionali, interrogandole sulla loro inopportuna formulazione e chidendo quindi una posizione unitaria al riguardo.

Ad oggi non è pervenuta nessuna risposta.

Anche questo comportamento, peraltro non nuovo, da parte delle OO.SS. non fa che accrescere il clima di sfiducia e di timore nei lavoratori e, come qualcuno ha commentato durante la discussione, induce ad avere "cattivi pensieri".

Per scongiurare che qualcosa di "poco chiaro" possa accadere in sede di trattativa, l' assemblea ha perciò proposto di redigere un documento firmato dai lavoratori, in cui si puntualizzi alle OO.SS. che, nel qual caso l' azienda dovesse fare ufficiali proposte nel merito a passaggi ad altro datore di lavoro, siano esse tenute a sottoporle immediatamente alla valutazione dell' assemblea dei magazzini.

Oltre a quanto detto, molti altri interventi sono stati incentrati sull' ormai iniqua attribuzione del Salario Variabile che, ormai dalla sciagurata firma dell' Accordo di Canale del 2006, vede puntualmente il verificarsi di situazioni paradossali.

In modo evidente le differenze tra le cifre percepite nei vari reparti dei magazzini fanno emergere tutte le "criticità" (puro eufemismo) di tale accordo, rivendicando un sistema più equo e degno di ciò che rimane di cooperativa!

Altre perplessità sono state fatte rilevare sulla possibilità di fruizione della mensa, servizio che a tutt'oggi non è a disposizione di tutti.
L' Assemblea si è aggiornata a data da stabilirsi, purchè entro i prossimi 15 giorni.

4 maggio 2010



02 maggio 2010

LA COOP DELLA VERGOGNA


Polemica lettera di un delegato della Filcams-Cgil del trentino dopo l'apertura della Coop Alto Garda per il Primo maggio ed eroica presa di distanza dell'organizzazione dal povero scrivente


Riceviamo e, fermo restando la responsabilità di di scrive, volentieri pubblichiamo questo scritto di un delegato sindacale.
La Filcams Cgil del Trentino.

Che vergogna! La Cooperativa Alto Garda il giorno primo maggio, festa dei lavoratori, “ha regalato” ad alcuni suoi dipendenti, almeno una mattina di lavoro.
Proprio il primo maggio.
Proprio una cooperativa.

Una cooperativa che fino ad alcuni anni fa si sarebbe definita “rossa” ma che di rosso ha ormai solo il colore dell’insegna. Ideali che non esistono più, dalla stampa sembra che i sindacati abbiano mediato l’apertura di due filiali su sei per poi lamentarsi della prepotenza padronale, la Filcams Cgil non è nemmeno stata convocata al tavolo delle trattative.

Ora basta! Basta con le cooperative che solo in maniera opportunistica si ispirano a principi di solidarietà! Qui abbiamo a che fare semplicemente con un’azienda che punta come le altre al guadagno. Anche il giorno della festa dei lavoratori.

E a chi importa della qualità della vita di questi lavoratori? A chi importa se a forza di cedere su tutto ci troviamo in una società di egoisti per poi meravigliarci tristemente?
Se una cooperativa “rossa” non rispetta nemmeno la festa del primo maggio, mi chiedo perché abbia partecipato alle iniziative del 25 aprile, festa della liberazione dal nazifascismo. Per pubblicità gratuita? Lavoratori ribellatevi! Date un segnale di dignità anche agli altri lavoratori. Se non si muove la classe lavoratrice il padronato, anche nelle cooperative, continuerà a fare quello che vuole!

2 maggio 2010

Mirko Sighel

Filcams Cgil del Trentino


MPS: SINDACATI, MANCINI INDICA STRADE VECCHIE


Dopo l'assemblea che ha approvato il bilancio di MPS, i sindacati criticano il presidente della fondazione, Mancini




Le organizzazioni sindacali di Banca Monte dei Paschi di Siena intervengono sull'assemblea dei soci di martedì scorso e definiscono ''particolarmente preoccupante'' l'intervento svolto dal presidente della Fondazione Mps Gabriello Mancini.

''Sottolineando la necessità di un accrescimento della redditività - affermano in una nota Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Silca, Ugl credito e Uilca - ha indicato, fra le altre, le strade di un incremento della 'mobilità' dei lavoratori e di una rigida applicazione dei meccanismi che regolano l'erogazione del salario variabile, senza peraltro distinguere tra management e il resto dei lavoratori. Vorremmo dire al Presidente della Fondazione, che tra l'altro si occupa, indebitamente, di tematiche riguardanti la gestione del personale, che quelle indicate sono strade vecchie, che percorre o tenta di percorrere chi non ha altre idee''.

I sindacati rilevano anche, nel dibattito che si è sviluppato in assemblea, una ''sottovalutazione della portata delle operazioni strategiche effettuate e della conseguente imponente modifica degli assetti del Gruppo'', in ''anni impegnativi'' durante i quali ''Banca Mps si è radicalmente trasformata'' grazie ''all'impegno costante, spesso sottovalutato, di migliaia di lavoratori''.

''La continua sottolineatura, da parte di alcuni azionisti, della mancata corresponsione di dividendi - secondo i sindacati - mostra una preoccupante mancanza di visione strategica''.

I sindacati registrano poi ''con preoccupazione il rallentamento delle immissioni del personale assunto a seguito degli ultimi concorsi'', in coincidenza ''con una serie di assunzioni (Capital Service, Biver Banca) effettuate e programmate, per chiamata diretta, in violazione quindi delle direttive emanate dalla capogruppo''.

30 aprile 2010

ASCA

IGD ACQUISTA DUE RAMI D'AZIENDA AL MILLENNIUM CENTER DI ROVERETO









Il gruppo
IGD, controllato al 55,1% da Coop Adriatica e Unicoop Tirreno, sigla un contratto relativo all'acquisto di due rami d'azienda nel centro commerciale "Millennium Center" di Rovereto

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A seguito di tale investimento, del valore complessivo pari a 2,6 milioni di euro, il Gruppo IGD arriva a detenere circa il 40% dell’intero Centro Commerciale

IGD - Immobiliare Grande Distribuzione SIIQ S.p.A., società attiva nel settore immobiliare della grande distribuzione e quotata sul segmento STAR di Borsa Italiana, comunica di aver siglato in data odierna, tramite la propria controllata al 100% Millennium Gallery S.r.l. Unipersonale, un contratto con un soggetto privato relativo all’acquisizione di un ramo d’azienda per la vendita al dettaglio di prodotti non alimentari e di un ramo d’azienda per la somministrazione di alimenti e bevande, entrambi esercitati all’interno del centro commerciale “Millennium Center” di Rovereto (Trento).

Il valore dell’acquisizione dei due rami d’azienda, comprensivi dei relativi immobili, è pari a 2,3 milioni di euro oltre imposte e costi accessori.

A seguito di tale operazione, che va ad aggiungersi ai rami d’azienda acquisiti a partire dal febbraio 2007, il Gruppo IGD arriva a detenere circa il 40% dell’intero Centro Commerciale “Millennium Center”.

L’acquisizione s’inquadra nell’ambito del piano strategico 2009-2013 presentato dal Gruppo IGD lo scorso novembre e conferma ancora una volta la puntuale attuazione della pipeline definita dal Gruppo.


IGD - Immobiliare Grande Distribuzione SIIQ S.p.A.
Immobiliare Grande Distribuzione SIIQ S.p.A. è uno dei principali player in Italia nel settore immobiliare della grande distribuzione: sviluppa e gestisce centri commerciali su tutto il territorio nazionale e vanta una presenza importante nella distribuzione retail in Romania. Il Gruppo è quotato sul segmento STAR di Borsa Italiana ed è ad oggi l’unica SIIQ (società di investimento immobiliare quotata) nel nostro Paese.

Il patrimonio immobiliare di Igd, valutato in 1.724,86 milioni di euro al 31 dicembre 2009, comprende in Italia: 17 ipermercati, 16 gallerie commerciali, 4 terreni oggetto di sviluppo diretto, un immobile per trading, 6 ulteriori proprietà immobiliari, nonché tre centri commerciali attraverso Rgd, joint venture al 50% con Beni Stabili. Dal momento dell’acquisizione della società Winmarkt Magazine SA, nella primavera 2008, si sono aggiunti 15 centri commerciali e un edificio a uso ufficio ubicati in 13 città rumene.

29 aprile 2010

FINANAZAEDIRITTO.it



Comunicato stampa IDG


01 maggio 2010

CHIUDETE LA COOP PER LA FESTA DEL LAVORO



1° Maggio: la Cooperativa Alto Garda ha deciso di tenere aperte due filiali.







Prima ho pensato: non è possibile! Poi ho riletto la lettera intitolata «Il primo maggio la coop ci regala un giorno di lavoro» (l'Adige 27 aprile - Mirko Sighel). Ed era proprio vero: il 1° Maggio - Festa del Lavoro - la Cooperativa Alto Garda ha deciso di tenere aperte due filiali.

Che a farlo sia proprio una cooperativa, che affonda le sue radici nella storia delle coop rosse è da non crederci. Stiamo vivendo un'epoca dove in nome del profitto e della competizione si cancellano storia e memoria, e si buttano alle ortiche gli ideali, i valori le conquiste per cui molti hanno fatto enormi sacrifici e lottato. Ci sono alcune date simbolo che dovrebbero essere ricordate e festeggiate non tanto per portare le famiglie all'ipermercato di turno, ma per rivivere il loro significato profondo. Alcune sono religiose, come il Natale e la Pasqua, altre sono civili come il 25 Aprile, la Festa della Repubblica e appunto il 1° Maggio - Festa del Lavoro.
Fatte le dovute eccezioni e deroghe turistiche, anche le domeniche dovrebbero essere sacre per i credenti e comunque per tutti destinate al riposo, al tempo libero, a stare con la famiglia, gli amici…

Si dice che questo modo di pensare sia «vecchio» perché se non si aprono gli ipermercati nel Trentino la gente va a comperare nel Veronese. Può darsi, ma se vogliamo qualificare l'Autonomia Speciale del Trentino dobbiamo puntare anche su una «qualità speciale» della vita umana individuale e collettiva della nostra Comunità: essere da esempio civile anche in questo campo.

Il 1° Maggio è un fondamento storico della lunga e travagliata storia dell'emancipazione del lavoro. Una storia ancora di estrema attualità e da portare avanti, se solo pensiamo ai nostri milioni di disoccupati, cassaintegrati e a una generazione di giovani precari dal futuro incerto e quasi certamente senza pensioni.

Nel 1890, con una straordinaria solidarietà internazionale, la prima Festa del 1° Maggio fu inaugurata in tutta Europa, negli Stati Uniti, nell'America del Sud e persino in Australia. In Italia ogni manifestazione fu ostacolata con l'esercito e le cariche di cavalleria: a Milano fin dentro la Galleria Vittorio Emanuele. Ci si batteva per le 8 ore di lavoro giornaliere e, come scrive un giornale dei lavoratori dell'epoca questo 1° Maggio era: «Una cosa santa, per tutti i popoli per aprire una nuova era del Lavoro …

Cessino gli operai delle varie nazioni del mondo di classificarsi stranieri gli uni agli altri e affratellati nella sventura, nell'officina come nel campo, imparino ad amarsi e a rivendicare quei diritti che sono di tutti come è la terra che si abita e l'aria che si respira». Parole, che nonostante i loro 120 anni, appaiono ancora oggi di grande significato.

C'è voluto oltre un secolo di lotte per conquistare quei diritti del lavoro che oggi sono sempre più bistrattati. Nel 1890, con le Società di Mutuo Soccorso e le prime Camere del Lavoro, nascevano anche le prime Cooperative. Don Lorenzo Guetti fondava nel Bleggio la prima Cooperativa di Consumo (Famiglia Cooperativa) del Trentino. Un movimento straordinario che s'intrecciava con le prime lotte sociali del mondo del lavoro e si fondava sui valori più alti della solidarietà e della responsabilità fra i soci.

Un modello di lavoro in cooperazione e di gestione democratica, che ambiva essere anche un laboratorio di Comunità più giusta. Un modello cooperativo che non prevedeva ambigue figure di socio-lavoratore usate come espediente per mascherare un rapporto di semplice lavoro dipendente con meno diritti o formulare Cooperative fittizie per gestire al ribasso appalti e subappalti. La Festa del 1° Maggio, deve essere un'occasione per valorizzare e attualizzare il suo significato profondo di solidarietà, dignità della persona e diritto del lavoro. Una Cooperativa che si richiama a questa storia, non può tradire il suo valore e il suo ideale.

30 aprile 2010

Sandro Schmid (Ex segretario provinciale della Cgil)

l'Adige.it