10 luglio 2010

ALMA GROUP ESCE DALLA CONAD DI MONTOPOLI













La notizia è stata data durante l'incontro che si è svolto questa mattina, tra il sindaco di Montopoli Alessandra Vivaldi, i delegati della Cgil e la Conad.

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Prima dell'annuncio, è stata resa nota la posizione di difesa dell'avvocato del consorzio, Francesco Marasà
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Cambia totalmente scenario la vicenda del magazzino Conad, la cui gestione è affidata al consorzio di cooperative Alma Group.

Dall'incontro avvenuto questa mattina presso il sindaco di Montopoli Alessandra Vivaldi, al quale hanno partecipato il segretario provinciale della Cgil Gianfranco Francese, Goffredo Carrara segretario provinciale della Filt-Cgil, insieme ai delegati Filt che lavorano nel magazzino, una rappresentante della Filcams-Cgil e i rappresentanti della Conad, è emerso che la Alma Group ha intenzione di lasciare l'appalto di Montopoli.

Nei tempi tecnici per la rescissione del contratto, specifica il sindacato, si parla quindi di agosto-settembre. Una notizia giunta dopo le rivelazioni dei sindacati, i dati sull'indagine del 2008 della Direzione Provinciale del Lavoro e il blitz dei Carabinieri di maggio, episodi che evidentemente hanno avuto un forte peso sulla decisione dell'Alma group di uscire di scena e non essere più sotto i riflettori.

Dalla Filt il commento a caldo è di soddisfazione e realismo sulla situazione futura: "Come categoria la richiesta che abbiamo fatto è che ci sia garanzia dei posti di lavoro per tutti quelli che sono in servizio, e garanzie per i lavoratori pachistani, per i quali la situazione non è ancora totalmente chiara e che rischiano di rimanere in un limbo. Garanzie occupazionali e rispetto degli accordi, poi vedremo".

All'incontro non c'era nessun rappresentante dell'Alma, e a dare notizia è stata la stessa Conad, che ha tenuto a sottolineare nuovamente la propria estraneità alla vicenda.
La notizia di oggi non chiude gli interrogativi rimasti comunque aperti rispetto agli episodi denunciati dal sindacato. Proprio su questi ultimi, è stata resa nota ieri la posizione dell'avvocato del consorzio, Francesco Marasà, penalista noto per aver difeso imputati come Bernardo Provenzano, che nel tentativo di difendere la reputazione di Alma group, prova a giustificare e minimizzare la scoperta delle buste paga in negativo.

Marasà ha dichiarato: "Alma Group non si avvale di lavoratori 'in nero', né di lavoratori sprovvisti di permesso di soggiorno. I lavoratori godono di tutti i diritti previsti dalla vigente normativa, compresi i riposi settimanali e le ferie."
Sull'accusa di sfruttamento di manodopera migrante e irregolare, l'avvocato risponde: "Il consorzio non aderisce alla tendenza xenofoba che vede discriminati i lavoratori stranieri, sia in ordine alle loro richieste di lavoro, che all'accesso al diritto di alloggio, stipulando, all'uopo, contratti di locazione con i proprietari di immobili, per consentire al lavoratore di superare il pregiudizio."

Proprio sulla presenza della voce 'locazione' nella busta paga, Marasà la giustifica in questo modo: "Il lavoratore rimborsa le spese di locazione dell'immobile occupato. La linearità dell'operazione è tale che, in modo assolutamente trasparente, vi è contezza della stessa, in busta paga."
E aggiunge: "La busta paga definita 'tutta una rimessa', è, intuitivamente, 'fotografata' e segnalata nel momento in cui, l'anticipato versamento del canone di locazione, non ha avuto ancora un 'rientro' per il versamento degli emolumenti.

In altri termini, poiché l'affitto viene versato, da contratto, in anticipo, il lavoratore che abbia lavorato, in un determinato mese, per un numero inferiore di ore, potrà trovarsi, occasionalmente, con una busta paga in negativo, salvo recuperare nei mesi successivi."

L'interrogativo rimane aperto: molti lavoratori del magazzino sostengono infatti che i lavoratori pachistani, spesso, non hanno lavorato per più di un mese.

8 luglio 2010

PISAnotizie.it

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1 commento:

Anonimo ha detto...

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