15 giugno 2011

ARRESTATO MINISCHETTI, PRESIDENTE DEL BANCO DI LUCCA ED EX PRESIDENTE DEL CONSORZIO ETRURIA

Luigi Minischetti
Il presidente del Banco di Lucca e del Tirreno, Luigi Minischetti aveva in precedenza ricoperto la carica di presidente del Consorzio Etruria tra il maggio 2008 e il luglio 2010.

La sua nomina alla presidenza del Consorzio Etruria è successiva a quella di Armando Vanni, che in seguito fu nominato presidente del Consiglio di Gestione di Unicoop Firenze (poi rimosso) e antecede quella attuale di Riccardo Sani, anch'esso proveniente dal Consiglio di gestione di Unicoop.


Lucca, 15 giugno 2011 - INVESTE anche Lucca, sia pure indirettamente, la clamorosa bufera giudiziaria partita ieri da Roma con ben 46 misure cautelari eseguite dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’operazione «Fuori tutto» per reati che vanno dall’associazione per delinquere alla bancarotta fraudolenta, al riciclaggio, ai reati tributari, alla sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, all’appropriazione indebita. Tra gli arrestati, insieme a imprenditori e professionisti figurano a sorpresa anche Luigi Minischetti, 61 anni, presidente del «Banco di Lucca e del Tirreno Spa» e Carlo Rosano, 55 anni, membro del cda della stessa banca. L’istituto di credito, che ha la sede generale in viale Agostino Marti, risulta tuttavia estraneo all’inchiesta romana.

LE INDAGINI del Nucleo di Polizia Valutaria di Roma, su delega del procuratore aggiunto Nello Rossi e dei pm Francesco Ciardi, Maria Sabrina Calabretta, Francesca Loi, hanno preso in considerazione l’arco temporale dal gennaio 2010 al giugno di quest’anno: le società gestite dall’associazione a delinquere sarebbero 703, di cui 292 trasferite all’estero. Coinvolti noti gruppi imprenditoriali di grande distribuzione, abbigliamento, costruzioni, vigilanza privata, sanità privata, gestione immobiliari e trasporti di merci su strada. Il complesso debitorio annuo nei confronti dell’erario ammonterebbe a 600 milioni di euro. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato beni immobili per 65 milioni di euro, auto ed imbarcazioni di lusso per circa 20 milioni.

L’ARRESTO del dottor Luigi Minischetti, ora ai domiciliari nella sua abitazione fiorentina di Bagno a Ripoli, ha destato grande clamore a Lucca, dove è conosciutissimo e molto stimato come professionista dalla carriera folgorante. Laureato con il massimo dei voti in economia e commercio nel 1973 alla «Bocconi» di Milano, il dottor Minischetti era sbarcato a Lucca nel 1994 come direttore della Banca Commerciale, poi nel settembre 1997 era stato chiamato alla direzione generale della Banca del Monte di Lucca. Nel settembre 1999 c’era stato il passaggio alla direzione della Cassa di Risparmio di San Miniato. Nell’ottobre 2005 Luigi Minischetti aveva quindi assunto la carica di presidente del «Banco di Lucca», facente sempre parte del gruppo «Carismi», al posto di Aldo Casali. Nel luglio 2007 il «Banco» era uscito dal gruppo San Miniato e nel marzo 2008 era stato acquisito dalla Cassa di Risparmio di Ravenna Spa, ma Minischetti era sempre rimasto al timone. Tra il maggio 2008 e il luglio 2010 aveva ricoperto anche la carica di presidente del Consorzio Etruria, una delle più grandi cooperative toscane per l’edilizia.

UN PROVVEDIMENTO di arresto è stato emesso dal gip di Roma, Giovanni De Donato anche per il consigliere di amministrazione del «Banco di Lucca», Carlo Rosano, 55 anni, esponente del gruppo immobiliare «Roscer» con sede a Prato. Arrestati tra gli altri anche Silvano Ferrini, presidente di Conad del Tirreno e Ugo Baldi, amministratore delegato dell’azienda (in una nota si afferma la «totale estraneità della cooperativa, del suo presidente e dell’amministratore delegato»), Orazio Ferrari, presidente della Pistoiese Calcio e l’avvocato Andrea Baldi. Spiccano i nomi di i commercialisti Cesare Pambianchi e Carlo Mazzieri, contitolari dell’omonimo studio a Roma, ritenuti i promotori dell’associazione per delinquere. Il meccanismo secondo la Finanza era questo: svuotare le società indebitate e cederle a prestanome all’estero con conseguente cancellazione dal registro.

Ancora non è affatto chiaro però il ruolo esatto ricoperto dai tanti personaggi coinvolti in questa vicenda giudiziaria ed è prematuro esprimere valutazioni. L’arresto di Minischetti, in particolare, suscita sconcerto e incredulità in chi lo conosce bene. Non resta che attendere che il polverone si plachi e che si riescano a definire meglio i contorni di questa clamorosa e inattesa bufera.


15 giugno 2011

La Nazione.it

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