20 giugno 2011

SE SCIOPERI TI LICENZIO, SUCCEDE ALLA ROTO 2000 DI CASARILE (MI)















Aldo Milani del Si Cobas:

«Abbiamo denunciato la situazione alle forze dell’ordine, chiediamo la regolare applicazione del contratto, i dipendenti della cooperativa non vengono pagati per il numero effettivo di ore che svolgono. Hanno cercato di rivendicare i propri diritti e sono stati lasciati a casa»

Lasciati a casa per aver scioperato. E’ questa la sorte del personale delle cooperative che forniscono mano d’opera alle litografie Roto 2000. E ieri mattina i 25 lavoratori hanno organizzato un altro picchetto davanti ai cancelli dell’azienda «perché vogliamo far valere i nostri diritti», hanno spiegato.


Venerdì scorso avevano incrociato le braccia per chiedere buste paga adeguate e condizioni di lavoro meno pesanti, avevano impedito l’ingresso a camion e dipendenti. Lunedì era stato loro comunicato di non presentarsi al lavoro «per una flessione dell’andamento produttivo». E ieri alle sette di mattina i Si Cobas hanno di nuovo bloccato l’ingresso davanti alle litografie di Casarile che danno lavoro ad un’ottantina di dipendenti, oltre al personale delle cooperative, in tutto una cinquantina, molti gli extracomunitari.


Fuori dai cancelli si sono sfiorati momenti di tensione e la situazione è stata riportata alla normalità solo dopo l’intervento dei carabinieri. Hanno protestato contro la decisione di essere stati lasciati a casa «perché abbiamo chiesto di venire trattati con dignità e retribuiti in modo giusto», hanno detto Manuel, un giovane peruviano, e Mansur Raduan, che ha solo 22 anni e una fidanzata che sperava di sposare presto, «ma ora non so se sarà possibile». «Siamo stanchi», hanno sostenuto i lavoratori e Aldo Milani, del Si Cobas, ha spiegato: «Abbiamo denunciato la situazione alle forze dell’ordine, chiediamo la regolare applicazione del contratto, i dipendenti della cooperativa non vengono pagati per il numero effettivo di ore che svolgono. Hanno cercato di rivendicare i propri diritti e sono stati lasciati a casa».


Roberto Luzzi, dell’associazione Ci siamo anche noi che offre un sostegno agli immigrati, era davanti ai cancelli della Roto per sostenere questi lavoratori che «prendono pochi euro all’ora e svolgono mansioni superiori a quelle effettivamente riconosciute». Una situazione pesante, hanno rimarcato i sindacati. «Le cooperative sono due, l’Antares e la New Style.


Nello stipendio non sono conteggiati gli straordinari e le festività – ha aggiunto Fulvio Di Giorgio, coordinatore provinciale dei Si Cobas – Le buste paga sono indecifrabili, in media un dipendente porta a casa uno stipendio di 650 euro al mese, troppo poco per le ore che svolgono.


Lo sciopero dell’altra settimana era stato indetto per chiedere la regolare applicazione del contratto. Era stato un segnale importante, perché il personale della cooperativa aveva reagito, molti di loro sono stranieri, facilmente disposti ad accettare stipendi più bassi pur di portare a casa qualche soldo». Il braccio di ferro è continuato per l’intera mattinata, fino a quando la cooperativa si è detta disponibile ad incontrare, la settimana prossima, sindacato e lavoratori. «Hanno detto che non li avrebbero più lasciati a casa, ma che i giorni persi sarebbero stati conteggiati come ferie – ha raccontato Luzzi – ma bisogna vedere che accadrà». La Roto 2000, attraverso un’impiegata, preferisce non commentare la vicenda.


19 giugno 2011


Stefania Prato


Mentre i sindacati bruni,gialli e neri ,difendono il lavoro si trovano ancora casi dove c'è chi difende i lavoratori . Il S.I. COBAS è ancora uno di questi. In particolar modo è uno dei pochi sindacati che si è occupato della grave condizione in cui versano i lavoratori (per la maggior parte stranieri)delle cooperative della logistica o di altri settori nella Lombardia.


Le cooperative che nacquero tanti anni fa,come strumento di difesa per i lavoratori, oggi sono diventate uno schifo che i capitalisti usano per sfrutttare i lavoratori e per riciclare denaro sporco.


Il sistema delle cooperative è diffuso in ogni settore lavorativo dalle pulizie al lavoro di fabbrica e anche per i lavori di concetto,non esiste settore dove non venga utilizzato.


Ma cosa vi è di illegale in tutto questo? Il sistema attraverso cui si diffondono e le conseguenze che creano i metodi di sfruttamento basato su turni massacranti e su lavoro a cottimo e molte volte vengono trattenute o non pagate ore di straordinario e di lavoro svolto nei giorni festivi.



Queste cooperative nascono e lavorano per un po’ di tempo, falliscono (per evadere tasse, stipendi e tutto ciò che ne consegue) e rinascono il giorno dopo con un nome diverso ma con lo stesso proprietario. La tipologia dei padroni di queste cooperative solitamente sono: padroni, ex sindacalisti o politici e organizzazioni mafiose.


Da circa 2 anni è nato in Lombardia il coordinamento di sostegno alle lotte dei lavoratori delle cooperative che sta portando avanti numerose vertenze all’interno del settore delle coop. della logistica.

Al coordinamento partecipano, oltre ai lavoratori e alle lavoratrici e il S.I. Cobas che porta avanti le vertenze sul piano sindacale.



Grazie ai lavoratori che non accettano di essere trattati come schiavi,grazie al sostegno delle compagne e dei compagni e del sindacato S.I. Cobas sono stati fatti grossi passi avanti nel contrasto dell'illegalità e dello sfruttamento all'interno delle cooperative ed a tanti lavoratori sono stati assicurati orari di lavoro e stipendi migliori.



Per eventuali segnalazioni o richieste scrivere a coordinamento@sicobas.org



19 giugno 2011


Orgoglio Operaio



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