15 luglio 2011

CHI SI RICORDA DI ARMANDO VANNI?



La parabola discendente del
manager  Vanni Armando è davvero impressionante.




 

Il geometra di Piazza al Serchio dopo una carriera tutta interna al Consorzio Etruria che lo vede arrivare fino alla presidenza nel 1996, fa il grande balzo nel gennaio 2008 quando viene nominato Presidente del Consiglio di Gestione di Unicoop Firenze, Campaini rimane presidente a vita nel Consiglio di Sorveglianza che nomina quello di gestione. L'incarico dura poco, infatti Vanni viene silurato dallo stesso Campaini appena un anno dopo, ma tanto basta per farlo ricordare ai dipendenti dei magazzini Unicoop di Scandicci. Fu infatti il braccio armato di Campaini & co. nella vertenza passata alle cronache come i ladri di merendine che portò al licenziamento di 7 dipenti, poi reintegrati dal giudice.

Vanni si distinse insieme a Piero Forconi, allora capo del personale, per la sprezzante apparizione alla trasmissione tv Mi manda Rai Tre (consigliato l'ascolto dal minuto 21:40) dove, arrampicandosi sugli specchi, cercò di giustificare la linea indifendibile di Unicoop sui licenziamenti. Vanni in particolare rappresentò la figura dell'integrità assoluta, della quintessenza dell'onestà senza se e senza ma, che non tollera nessuna debolezza (ammesso che quella riguardante i colleghi ingiustamente accusati fosse stata tale), neanche la minima infrazione. Insomma, un uomo tutto di un pezzo.

Poi, dopo il suo allontanamento in fretta e furia da Unicoop, sul quale formulammo una nostra ipotesi, la strada si fa dura per il geometra garfagnino. Accetta la presidenza della disastrata BTP di Riccardo Fusi, accusato di corruzione nell’inchiesta fiorentina sull’appalto per la scuola marescialli dei carabinieri, filone toscano dell’indagine sui grandi eventi. Proprio una telefonata tra Vanni e Fusi ha corroborato un esposto che ha dato il via all'inchiesta fiorentina sulla bretella autostradale 'fantasma' Lastra a Signa-Prato.

Nell'intercettazione del novembre 2009 il moralizzatore Vanni dice: «Qui si tratta di lavori che per una storia o per l'altra non sono andati in gara. Perché se la bretella fosse andata in gara, ma figurati te, se non avremmo fatto un 20-30% già allora. C'abbiamo fatto tutte le varianti che c'é parso. Ora la stessa cosa vale anche per la linea 2" aggiunge riferendosi, probabilmente, alla tramvia fiorentina, "perché è un project, ci s'é lavorato, non abbiamo avuto concorrenti, per cui l'abbiamo presa a prezzo pieno»

Complimenti per la trasmissione, Armando.

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Bretella per Prato, l'inchiesta sull'opera fantasma parte dall'intercettazione dell'ex presidente della BTP

Un esposto ha dato il via agli approfondimenti ed è stato corroborato da una telefonata di Riccardo Fusi con un imprenditore


E' partita da un esposto l'inchiesta fiorentina sulla bretella autostradale 'fantasma' Lastra a Signa-Prato. Lo spunto è stato poi corroborato dal contenuto di una telefonata fra l'allora presidente dell'impresa edile Btp, Riccardo Fusi, e un altro imprenditore. Il colloquio venne intercettato nell'indagine sulla cricca e i Grandi eventi. Il costo stimato nel 2006 per l'opera era di 243 milioni ma, secondo gli investigatori - l'inchiesta è coordinata dai pm Luca Turco e Giuseppina Mione, gli stessi di quella sui Grandi eventi - il progetto è stato più volte rivisto e le spese previste hanno toccato i 384 milioni.

Per ora, però, solo la Regione ha stanziato fondi: 29 milioni di euro che, secondo gli investigatori, sono nella disponibilità della società che si aggiudicò il projet financing, la 'Societa' infrastrutture toscane (Sit)', e di quella che avrebbe dovuto realizzare l'opera, la 'Bretella scarl'. La 'Sit' era composta da varie società, fra cui Btp e Consorzio Etruria. Di quest'ultimo è stato amministratore delegato Armando Vanni. Entrambe le aziende stanno affrontando problemi societari e finanziari.

Nell'intercettazione, del novembre 2009, parlando della bretella, Vanni spiega a Fusi: "Qui si tratta di lavori che per una storia o per l'altra non sono andati in gara. Perché se la bretella fosse andata in gara, ma figurati te, se non avremmo fatto un 20-30% già allora. C'abbiamo fatto tutte le varianti che c'é parso. Ora la stessa cosa vale anche per la linea 2" aggiunge riferendosi, probabilmente, alla tramvia fiorentina, "perché è un project, ci s'é lavorato, non abbiamo avuto concorrenti, per cui l'abbiamo presa a prezzo pieno".

La società consortile 'Bretella scarl' - annotavano i ros nelle carte dell'inchiesta Grandi eventi - è nata il 10 ottobre 2006 "per la progettazione e realizzazione della bretella a pedaggio Lastra a Signa - Prato", con un capitale sociale di 10.000 euro. Ne facevano parte: Btp spa (50%); Consorzio Etruria (17,5%); Cooperativa autotrasportatori fiorentini (0,1%); Ergon Engineering and Contracting Consorzio Stabile (25%); Cmsa società cooperativa muratori sterratori ed affini (7,4%). Nel presentare la firma della convenzione con Sit, il 17 luglio 2006, un comunicato della Regione spiegava che si sarebbe trattato della "prima autostrada regionale in Italia realizzata tramite project financing" e che il tratto sarebbe stato a pedaggio. I tempi previsti erano "un anno e mezzo per la progettazione, l'approvazione e la cantierizzazione. Tre anni per la realizzazione con previsione di conclusione entro il 2010", quando "i veicoli giornalieri che transitano sulla bretella saranno in media 41 mila".

"L'arteria .- veniva spiegato - si svilupperà tra Lastra a Signa (all'altezza dell'ingresso nella Sgc Firenze-Pisa-Livorno) e Prato, consentendo, tra l'altro di connettere la città di Prato con la stessa Fi-Pi-Li". Fra le opere previste lungo il tracciato, tre viadotti e quattro svincoli intermedi.



14 luglio 2011

gonews.it

1 commento:

marco ha detto...

mi ricordo la loro apparizione a mimandaraitre con forconi! ecco, lì mi vergognai di essere un loro dipendente, non tanto per la questione, o meglio, non solo, ma per il modo in cui si presentarono in trasmissione e argomentarono le loro idee..vergognose per chi crede nel movimento cooperativo e in coop!