18 luglio 2011

UNICOOP FIRENZE RILANCIA SUL PRESTITO VINCOLATO PER I SOCI


Unicoop Firenze annuncia novità sul prestito sociale

Si continua con il prestito vincolato, proponendo scadenze più lunghe

Viene meno così la necessità di una clausola antipatica come il tacito rinnovo, presente nel prestito vincolato a 18 mesi, che andrebbe abrogata



Nell'ultimo numero d
ell'Informatore, la pubblicazione mensile per i soci di Unicoop Firenze, la pagina principale, quella che è paragonabile ad un editoriale, riporta un interessante articolo di Alberto Migliori, che pubblichiamo di seguito al commento.

Migliori è membro del Consiglio di Gestione di Unicoop Firenze con l'incarico di Consigliere delegato a svolgere tutti gli atti gestionali della società dell’area amministrazione. E' il responsabile delle politiche finanziarie che regolano il prestito sociale ma, nonostante questo ruolo sempre più determinante nella gestione della cooperativa, è difficile trovare sue dichiarazioni.

Ci pare invece molto importante che Migliori spieghi ai soci le intenzioni di Unicoop sulla gestione del prestito sociale in un momento così particolare. Quello che difetta ad Unicoop in questo campo, è la comunicazione. Non basta bombardare l'utente ruotando attorno al noto e obsoleto concetto de la Coop sei tu, non è sufficiente pubblicizzare le meritorie campagne solidaristiche, che non sono peraltro esclusiva dell'universo Coop. Bisogna parlare chiaramente alla clientela e soprattutto al socio risparmiatore.

Nell'articolo, Migliori scrive che l'orientamento futuro sulla remunerazione dei libretti darà maggior spazio al prestito vincolato, allungandone le scadenze, fermo restando il comune uso della giacenza senza vincolo. Dall'aprile scorso infatti, la cooperativa ha offerto al socio prestatore la possibilità di vincolare una parte o l'intero risparmio depositato sul libretto con scadenza a 18 mesi. Si prospetta dunque un'offerta che probabilmente proporrà scadenze a 24 e 36 mesi. Vedremo con che remunerazioni e a quali condizioni.

Abbiamo già esaminato il prestito vincolato a 18 mesi in un articolo in cui accostavamo l'iniziativa ai buoni fruttiferi postali quando ancora non era nota la remunerazione ed in uno successivo, quando i termini del prestito furono resi noti. Quello che ci colpì negativamente, al di là di una bassa remunerazione iniziale (1,6% netto annuo), era il concetto del tacito rinnovo, inserito nelle modifiche al regolamento sul prestito sociale all'art. 5 bis - comma 5, laddove si scrive: «In mancanza di disdetta scritta da parte del socio prestatore da darsi almeno 30 giorni prima della scadenza, il vincolo, solo sulla somma in linea capitale, viene considerato tacitamente rinnovato.»

Questo elemento ci pare sbagliato sia nel metodo che nel merito. Abbiamo ricordato infatti che Unicoop, la cui forza sta nel prestito sociale, ha un'età media dei soci (e anche dei dirigenti se per questo) abbastanza elevata. E' presumibile pensare che una dimenticanza (bisogna disdire per iscritto con almeno 30 giorni di anticipo sulla scadenza del prestito) possa ingabbiare il socio per ulteriori 18 mesi che significano un totale di 3 anni. Questo tempo, per una persona anziana può essere un'enormità.

Nel merito, non conviene comunque ad Unicoop proporre nuove offerte con aspetti di opacità o che possono insospettire i soci. Questi hanno dimostrato grande fiducia nella cooperativa, vanno trattati con rispetto e quindi con quanta più chiarezza possibile, evitando passaggi nebulosi. Ora, ci pare che le iniziative annunciate da Migliori possano andare in questa direzione.

Se l'intenzione è di off
rire scadenze più lunghe (quindi remunerazioni più interessanti) sul prestito con vincolo alla scadenza, viene meno l'esigenza del tacito rinnovo sui 18 mesi. Il socio potrà liberamente scegliere la durata temporale a cui vincolare la somma da investire.

Ne consegue che il comma 5 dell'art. 5 bis del regolamento sul prestito sociale va abrogato. Niente tacito rinnovo.

Apprezziamo invece la politica di Unicoop Firenze di una remunerazione flat sui libretti, cioè uguale per tutti indipendentemente dalla somma investita, unica delle grandi 9 Coop (insieme a Coop Centro Italia) a non applicare differenziazioni sulla base della cifra depositata. Questo è un elemento egualitario assai importante, che nel mondo valoriale di cui coop si fa portavoce non deve essere mai trascurato. Dispiace vedere, guardando i rendimenti per i soci delle altre coop che chi meno investe meno riceve. Questo a nostro avviso è un grave errore.

Alberto Migliori fa chiaro riferimento a quale sia lo strumento concorrenziale e ispiratore del prestito vinc
olato, il conto deposito. Non è nostro compito dare suggerimenti finanziari, il socio dovrà informarsi e valutare se la proposta di Unicoop è conveniente in termini di rischio e rendimento. Il confronto con la tipologia del conto deposito risulta abbastanza semplice per chiunque, basta fare una ricerca in rete. Ricordiamo però che i conti deposito come i conti correnti bancari sono garantiti fino a 100.000 euro per depositante dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, copertura assente nel prestito sociale. Vanno tenute presenti anche altre variabili.

La difficoltà che sta incontrando l'Italia sui mercati finanziari non può non avere ripercussioni su tutte le
istituzioni che detengono titoli di debito del nostro Paese. I rendimenti dei nostri titoli stanno salendo in modo esponenziale (e i loro prezzi scendono) non solo perché, come sottolinea giustamente Migliori, la BCE ha già provveduto a rialzare i tassi d'interesse dell'eurozona di 50 punti base portandoli qualche giorno fa a 1,50%, ma perché il rischio sulla solvibilità dello stato italiano è aumentato. Mentre scriviamo il famigerato sperad (differenziale) tra il Btp italiano a 10 anni e il corrispettivo Bund Tedesco ha toccato i 337 punti base (significa il 3,37% in più di rendimento sul titolo tedesco, ritenuto il riferimento a basso rischio per la zona euro).

Troviamo q
uindi in questo momento rendimenti sui titoli di stato molto elevati, anche rispetto a poche settimane fa. La manovra finanziaria, inoltre, modificherà l'imposta sui conti correnti (portandola dal 27% al 20%), le cedole e le transazioni finanziarie, (dal 12,5 al 20%) con l'esclusione dei titoli di stato e relative cedole (bot, btp, cct, ctz) che rimarranno tassati con la vecchia imposta (12,5%). Non trova invece nessuna conferma l'affermazione di Migliori per cui «nel caso vincolato (l'aliquota) dovrebbe scendere nuovamente al 12,5%».

Da questo punto di vista non ci sarà nessuna differenza tra un conto corrente o conto deposito rispetto alla tassazione sugli interessi dei libretti Coop (da tempo al 20%), ma ci sarà una notevole differenza per chi detiene titoli. Infatti l'imposta sul dossier titoli dovrebbe essere elevata dagl
i attuali 34,20 euro fino a 120 euro all'anno e oltre, proporzionalmente al controvalore o valore nominale dei titoli in possesso.

Questo potrebbe spostare la convenienza per quantitativi modesti verso i conti deposito, dunque anche verso i libretti Coop. Nel complesso non possiamo che essere soddisfatti per quello che ha annunciato Migliori, ci permettiamo di sottolineare che una maggiore comunicazione ed informazione sulle scelte finanziarie di Unicoop Firenze dovrebbe andare di pari passo con le iniziative future, anche in relazione a quanto afferma lo stesso Migliori: «si è anche aperto un periodo di analisi su possibili ulteriori proposte che potranno essere aggiunte in un prossimo futuro».

Abbiamo già segnalato l'iniziativa CoopCiConto di Coop Adriatica, in cui si offrono ai soci anche assicurazione per l'auto, le polizze infortuni, i conti correnti e i mutui per la casa. E' auspicabile che Unicoop Firenze si muova in questa direzione, le sinergie con MPS non dovrebbero mancare.

Concludiamo augurandoci che l'articolo di Alberto Migliori non rimanga un fatto isolato, ma che sia l'inizio di un'informazione finanziaria costante nei confronti dei soci prestatori, non solo per quanto riguarda le n
uove offerte, ma anche su come Unicoop Firenze investe l'enorme risparmio che i soci le affidano.

La trasparenza e la chiarezza sono elementi fondamentali nel momento delicatissimo che sta vivendo il Paese e il risparmio.



************************************************************************
.

VINCOLATI DI FATTO
.


di Alberto Migliori

Consigliere delegato all'amministrazione, finanza e controllo gestione di Unicoop Firenze




Il Prestito vincolato nasce per un verso con l'intento di creare uno strumento per premiare la fedeltà, costante e continua nel tempo, di una parte consistente dei soci prestatori e, insieme, con lo scopo di arricchire l'istituto del Prestito sociale, modernizzandolo con una variante tecnica sempre più in uso nel mercato finanziario, quella appunto deldeposito vincolato.

In parole povere, si è trovato il modo di dare di più a chi già oggi mantiene per lungo tempo il suo denaro in cooperativa. In effetti la gran parte dei soci tiene fermo il Prestito per molti anni. Per adesso, si è scelto un vincolo abbastanza limitato nel tempo, cioè 18 mesi, per consentire una certa flessibilità al socio prestatore e non impegnarlo eccessivamente in termini temporali.
L'adozione di questo tipo di contratto, secondo le logiche della fiscalità applicata alle rendite finanziarie, dovrebbe portare, almeno alla lunga (ma si spera anche nel breve) a un alleggerimento della ritenuta d'acconto che, nel caso del vincolato, dovrebbe scendere nuovamente al 12,5%, rendendo ancora più redditizia questa forma di investimento.

Proprio sotto il profilo del rendimento, la volontà della cooperativa è quella di mantenere sempre un differenziale significativo tra le due remunerazioni.
Ecco perché il Consiglio di gestione ha deciso di innalzare, a partire dal 1° giugno 2011, il tasso del Prestito tradizionale "a vista" dello 0,25% e quello del vincolato dello 0,50%, portandoli, rispettivamente, all'1,65% lordo (1,32% netto) e al 2,50% lordo (2% netto), con un differenziale tra le due tipologie dello 0,85% lordo (0,68% netto).

Ora, poiché le previsioni sui tassi sono a crescere e già la Banca centrale europea ha innalzato il tasso dall'1% all'1,25% (attualmente 1,50% - nota blog), e molti pronosticano un ulteriore incremento all'1,75%, è naturale immaginare, in futuro, ulteriori occasioni per altri incrementi significativi e differenziati, del tipo di quello del 1° giugno scorso.
Con questa modifica, inoltre, si è anche aperto un periodo di analisi su possibili ulteriori proposte che potranno essere aggiunte in un prossimo futuro. Ciò appunto con l'ottica dell'aggiungere e mai del sostituire, nel senso che i metodi tradizionali saranno mantenuti e, a essi, si aggiungeranno altre opportunità.

Quindi resta un Prestito sociale "svincolato", per quei soci che hanno bisogno di una riserva di danaro pronta ad essere utilizzata in caso di bisogno.
Per gli altri, che questa "riserva" l'hanno già, la possibilità di avere un rendimento maggiore per i propri risparmi. Per tutti la sicurezza e la convenienza di sempre del Prestito sociale.


Luglio/Agosto 2011

Alberto Migliori

L'informatore



Nessun commento: