17 giugno 2013

ADDIO AL PROGETTO SUPERCOOP. TASSINARI LASCIA, PEDRONI VERSO IL VERTICE

Vincenzo Tassinari, lascerà
la guida operativa di Coop Italia
Marco Pedroni, 54 anni,
il favorito per guidare Coop Italia

Il braccio di ferro tra emiliani e toscani divide il sistema.
Il nuovo ceo è considerato vicino a Cimbri, alla guida di Unipol Fonsai.
Niente integrazione tra i nove grandi gruppi per farne uno.
Il fronte del no.


Cambia il vertice della cooperazione italiana: se ne va uno degli uomini chiave del largo consumo nazionale e gli alti dirigenti del movimento serrano le file su una nuova governance.

Vincenzo Tassinari lascerà il suo incarico alla guida operativa di Coopitalia. Il manager emiliano non metterà la sua firma sull'inversione di strategia rispetto a quella visione unitaria che era stata formalizzata cinque anni fa, appena spente le braci della vicenda Unipol-Bnl, quando fu introdotta la governance duale in Coopitalia. Allora venne nominato un consiglio di sorveglianza presieduto dal piemontese Ernesto dalle Rive (Novacoop) mentre il consiglio di gestione fu affidato a Tassinari con la missione di centralizzare gradualmente tutte le funzioni commerciali delle coop per avvicinarsi al sogno di dare vita ad un campione nazionale della grande distribuzione.

Il progetto approvato da tutti, mirava ad integrare i 9 grandi gruppi degli scaffali mutuali per farne un solo soggetto con 13 miliardi di fatturato e 8 milioni di soci. Ma quel disegno è tramontato, le coop hanno deciso di fare marcia indietro e di ripartire da zero. Il compromesso sulla governance leggera, con cui Tassinari non è in sintonia, è il prezzo della tregua con i cooperatori toscani e con il loro leader, il 73enne Turiddo Campaini, che dai tempi della scalata alla bnl si trova in opposizione frontale con i colleghi emiliani.

La svolta avverrà ufficialmente il 25 giugno quando si riunirà l'assemblea di Coopitalia per approvare il bilancio del 2012 ed eleggere il nuovo consiglio di gestione. La settimana scorsa il consiglio di sorveglianza ha convocato l'assemblea straordinaria per il secondo punto all'ordine del giorno. Le dimissioni di Tassinari daranno il via ad un domino di poltrone: il manager indicato per sostituire Tassinari è il reggiano Marco Pedroni, un dirigente di 54 anni che è considerato un «giovane» all'interno della Legacoop. Pedroni  attualmente è presidente  di Coop Nordest ed è il numero uno di Finsoe, la finanziaria cui fa capo il controllo di Unipol-Fonsai. Un cumulo di incarichi che ne fa uno degli uomini più potenti della Lega e più vicini al numero uno del gruppo assicurativo, Carlo Cimbri.

Coop Nordest, insieme alle altre due coop emiliane (Adriatica e Estense) è il nocciolo duro dell'azionariato di Unifonsai. Pedroni scioglierà ufficialmente la riserva in questi giorni dopo di che si deciderà chi lo sostituirà a capo della coop reggiana. Come vicepresidente di coopitalia dovrebbe essere riconfermata la manager della Legacoop toscana Maura Latini.

L'addio di Tassinari, che è stato uno dei protagonisti della crescita della cooperazione di consumo in Italia ed è stimato da tutti i capitani della grande industria alimentare nazionale e multinazionale con cui ha trattato, è vissuta come un erore da una parte dei dirigenti e anche da molti competitori. Alcuni fanno notare che ridurre le iniziative di coordinamento e marketing di Coopitalia significa rinunciare ad una fetta del margine della gestione extra-caratteristica che per i bilanci di molte imprese e cruciale.

Ma sono mesi che Unicoop firenze, che è il primo gruppo del settore mutuale con 2,4 miliardi di ricavi pone veti alle iniziative unitarie. La divergenza di strategie è arrivata al punto che Unicoop Firenze ha cambiato nome ai suoi supermercati montando l'insegna Coop.fi al posto del marchio rosso Coop, ufficialmente registrato della Lega.

Un altro fronte di discussione si è aperto sugli ipermercati (Ipercoop) quando i toscani hanno deciso di vendere o di ridimensionari gli spazi e i format dei loro punti vendita. Anche sulla gestione delle promozioni e sulla scelta dei fornitori (per esempio la carne) i toscani hanno imboccato sentieri autonomi rispetto agli altri. Avanti così e allo storico scenario di collaborazione solidale si sostituirà un quadro di disgregazione senza prospettive.

In base al compromesso raggiunto in questi giorni Coopitalia per i toscani non sarà più il centro direzionale e strategico, il nucleo della futura maxi-coop, ma tornerà ad essere una semplice centrale acquisti, tutte le altre decisioni torneranno in mano alle singole cooperative e ai loro padri-padroni.

Il malumore è trapelato ufficialmente. «All'interno di Legacoop - si legge nell'editoriale di Paolo Bedeschi, presidente di Coopreno nel mensile Con - sono state definite regole, una delle quali, tra le più importanti è la transgenerazionalità. Significa che la cooperativa non essendo una società privata non viene tramandata agli eredi degli azionisti ma deve essere trasmessa dai dirigenti eletti pro-tempore a dei nuovi dirigenti scelti dai soci. Per regolamentare questi passaggi venne fissato un limite a 65 anni, in alcune cooperative questa regola viene disattesa, alcuni presidenti hanno superato i 70 anni di età ed altri si fanno rieleggere anche se il limite è superato». Il riferimento neanche troppo velato è al 73enne Campaini e al 67enne Mario Zucchelli, numero uno della Coop Estense, ex capo dei discount Dico, ex numero uno di Finsoe, consigliere di Unipol e di Bper.



17 giugno

Roberta Scagliarini

CorrierEconomia

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