27 gennaio 2014

AIUTIAMO LUCIA E MARGHERITA CONTRO LA PREPOTENZA DI UNICOOP TIRRENO


Lucia e Margherita hanno il diritto di essere riassunte da Unicoop Tirreno, ma la Coop si rifiuta di applicare le sentenze


 

 

Margherita e Lucia lavoravano da molti anni in Unicoop Tirreno, in Campania, nel negozio di Solofra (Av). Nel 2009 la coop toscana cedette il ramo di azienda (quattro superstore campani tra cui quello di Solofra) ad un imprenditore discutibile, mentre avrebbe dovuto per legge assicurarne la continuità aziendale. Che difatti non ci sarà. Il punto vendita verrà chiuso un anno dopo, Lucia e Margherita saranno licenziate. Comincia qui una lunga ed estenuante battaglia giudiziaria che vede sulla carta le ex dipendenti vincere e aver diritto ad essere reintegrate in Unicoop Tirreno, ma nonostante le sentenze favorevoli, la Coop pare essere un'entità che mal si adegua ai pronunciamenti della magistratura e tuttora Lucia e Margherita sono senza un lavoro.

Voler bene a Margherita e Lucia significa avere a cuore anche quei valori caratteristici tipici della Cooperazione, che come abbiamo visto in questo caso e in altri, sono sempre più frequentemente trascurati, elusi, traditi. Lucia e Margherita dopo aver condotto questa battaglia in solitario, sostenendo spese economiche e costi psicologici, hanno bisogno di un aiuto da tutti noi.

Facciamo nostro e rilanciamo l'appello del sindacato USB rivolto a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici, alle associazioni, e a quanti, uomini e donne, lottano nel nostro paese per il diritto ad una vita ed un lavoro sicuri e dignitosi, affinchè non facciano mancare la loro solidarietà:

 

 

ANCHE IO SOSTENGO LUCIA DE MAIO E MARGHERITA MOLINARO


questa è la causale da indicare sul contributo da versare sul


Sul C/C intestato a USB Lavoro Privato di Roma

 

IBAN: IT93D0312705074000000001348




Per chi vuole approfondire la storia:

In Campania la Coop ci ha venduto e ora siamo senza lavoro

Coop, la vera faccia dei padroni

Lavoratori e precari coop sostengono Lucia, USB apre la cassa di resistenza




23 gennaio 2014

MPS: UNICOOP FIRENZE SCENDE ALL'1%, COOP CENTRO ITALIA RESISTE ALL'1,85%

Dai verbali dell'assemblea del 28 dicembre Unicoop Firenze risulta all'1%

Coop Centro Italia detiene invece complessivamente l'185% della banca senese e nel contempo è impegnata in Clitumnus, una cordata di imprenditori locali che contende al Banco di Desio il controllo della Popolare di Spoleto di cui detiene circa il 2%




Che Unicoop Firenze stesse finalmente uscendo da quel disastro chiamato investimento strategico in Mps è apparso finalmente chiaro nella metà dell'ottobre scorso, con le dimissioni dal Cda della banca del frastornato presidente di Unicoop, Campaini.

Poi a dicembre emerse che la coop fiorentina aveva venduto azioni della banca portandosi dal 2,7% al 1,76%. La cosa ha assunto anche un aspetto grottesco in seguito ad una titolazione di Repubblica che contrastava con il Campaini pensiero, almeno quello della versione ufficiale per cui borsa è sinonimo di speculazione.

Sorvoliamo. D'altra parte son scivolate che ad una certa età è comprensibile commettere. Però lasciare sul tappeto 400 milioni di perdite su azioni mps riportate nei bilanci di Unicoop è qualcosa di più di una contraddizione di carattere etimologico, tanto più che, ciliegina sulla torta,  il nostro Presidente continua a beccare multe salatissime da Banca d'Italia, avendo seduto nel precedente Cda (quello di
Mussari e Vigni, per capirsi). Quello che sfugge è se Campaini fosse consapevole degli illeciti artifizi contestati da Bankitalia o sia stato in qualche modo coinvolto a sua insaputa.

Tutto fa supporre che Campaini e la nostra coop siano andati al fronte davvero mal equipaggiati esponendosi così ad un inutile bagno di sangue. Ormai la frittata è fatta. Tuttavia ci aspetteremmo un contegno più responsabile e un disimpegno non solo da Mps, ma conseguentemente di questi dirigenti dai vertici apicali della cooperativa. Conoscendo i nostri polli, ciò non avverrà mai.

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Coop Centro Italia la holding “rossa” tra Mps e Spoleto
La cooperativa umbra ha l’1,85%. Minusvalenza di 55 milioni

Evidentemente, nonostante il momento difficile, c’è ancora chi crede in Mps. La Coop Centro Italia, ad esempio, nonostante le minusvalenze già riportate nei bilanci della coop che gestisce i supermercati di Umbria, bassa Toscana, Lazio e Abruzzo, si trova ormai ad essere uno dei soci principali con poco meno del 2 per cento. Sommando la partecipazione diretta a quella detenuta dalla controllata Coofin si arriva infatti all’1,85%. Che fa della coop con sede a Castiglione del Lago, in provincia di Perugia, uno dei principali «soci privati» di Mps dietro a alla Finamonte degli Aleotti e ai francesi di Axa. Una fiducia confermata dal valore del titolo a bilancio: 0,44 euro per azione (così il bilancio 2012 di Coofin, dove viene confermata la «strategicità» della partecipazione), a fronte degli 0,18 euro della chiusura in Borsa di ieri. Ovvero, una minusvalenza teorica di circa 55 milioni di euro e un valore a prezzi di mercati di 38 milioni di euro.

Che dalle parti di Perugia ci sia ancora grande fiducia in Mps è testimoniato anche dal fatto che, come tutti i grandi soci, anche Coop Centro Italia ha votato a favore della proposta di FabrizioViola e Alessandro Profumo.

Tutto questo mentre l’altra grande Coop del territorio, Unicoop Firenze, si sta disimpegnando progressivamente da Mps, in assemblea si è presentata con appena l’1% e sulla stessa proposta si è astenuta.

Ma la tenacia su Mps non è l’unica passione bancaria della Coop Centro Italia. La cooperativa di consumo è anche presente tra gli azionisti della Popolare di Spoleto, dove la stessa Montepaschi ha il 25%. E,con alcuni imprenditori umbri, fa parte della cordata con contende al Banco Desio il salvataggio del tribolato istituto.

Dai verbali dell’assemblea del 28 dicembre scorso emerge anche un’altra curiosità. La famiglia Aleotti, azionista di Banca Mps con circa il 4% del capitale nell’assemblea di fine dicembre per l’aumento di capitale ha votato a favore sia della proposta del cda (aumento immediato del capitale a gennaio poi bocciata), sia a favore di quella per l’aumento dilazionato in primavera.

Intanto ieri il titolo a Piazza Affari, dopo una seduta tutta all’insegna delle vendite, nel finale ha cambiato rotta chiudendo in rialzo con un progresso dello 0,5%.


23 gennaio 2014

Gianluca Paolucci

La Stampa

19 gennaio 2014

CGIL, CISL, UIL: LA TASSA INFINITA


Sindacati confederali, la tassa infinita sulle nostre vite


Gli ingenti proventi derivanti dalle quote di assistenza contrattuale, che pagano dalla busta anche i non tesserati

Lo scandaloso accordo sulla rappresentanza


Le condizioni di miglior favore in Unicoop Firenze




Ipotizziamo di essere un lavoratore dipendente e di lavorare in una Coop, come Unicoop Firenze.

IL MERAVIGLIOSO MONDO COOP
Realtà come queste sono da sempre fortemente correlate da relazioni politico-sindacali che poi si traducono in varie forme di applicazione. La Coop può ricorrere ai vantaggi di un legame storico con il partito di riferimento, l'ex Pci e le sue successive declinazioni, con ricadute pro domo sua sia a livello nazionale che territoriale. Può avere buone relazioni sindacali con l'organizzazione di maggior peso, Filcams-Cgil, anch'essa legata storicamente a quel mondo.

DOVE IL DIPENDENTE COOP APPRENDE CHE TUTTO NON E' COSI' MERAVIGLIOSO
Da una situazione così descritta, il dipendente Coop da cui siamo partiti parrebbe poter ricavare apparentemente dei vantaggi. In realtà questo tipo di relazioni incestuose, producono mostri. La concertazione, che pur con i suoi limiti è il sistema con cui sono state esercitate le relazioni sindacali nel Paese negli ultimi 40 anni, in queste circostanze diventa nei fatti consociativismo, con grave vulnus agli interessi e alla libertà di espressione dei dipendenti. In buona sostanza le organizzazioni sindacali diventano la longa manus aziendale e con molta difficoltà si potrà ricavare spazi di autentica democrazia e tutela. La nostra storia di dipendenti coop che ha motivato l'esigenza di questo blog e in seguito ha portato alla ricerca di un'alternativa sindacale sta a dimostrarlo.

CGIL, CISL, UIL E LE 'CONDIZIONI DI MIGLIOR FAVORE' IN
UNICOOP
Gli esempi a sostegno della tesi appena descritta sono molti. Ne scegliamo uno tra tanti, sufficientemente sintomatico. A tutt'oggi per ragioni complesse da descrivere, ma sostanzialmente legate alla presenza in Unicoop di un nuovo soggetto sindacale, non siamo venuti a conoscenza dell'accordo azienda-sindacati sulle Rsu (ne abbiamo scritto qui). L'accordo stabilisce tutta una serie di condizioni, tra cui il numero per unità produttiva di delegati Rsu e Rls e molto altro. Sebbene le elezioni si siano svolte quasi un anno fa, l'accordo è custodito gelosamente e non è dato di sapere cosa le parti abbiano concordato. Per l'esempio di cui scriviamo all'inizio del capoverso dovremo quindi accontentarci di quello che c'era scritto nel precedente accordo, in cui vennero concesse alle organizzazioni sindacali condizioni di miglior favore rispetto al contratto nazionale che prevede circa 12.000 ore (titolo V art. 21 punto 3). Invece Unicoop concesse 35.320 ore di permesso retribuito per un massimo di 198 delegati. E in aggiunta vennero anche concesse alle OO.SS. regionali ulteriori 5.400 ore annue, ugualmente distribuite, che esse potranno destinare ai delegati preventivamente indicati. E' naturale domandarsi perché un'azienda debba essere così generosa con i sindacati con questo genere di particolari elargizioni, se questo comportamento non condizioni l'attività dei sindacati stessi e quali siano le eventuali contropartite.

LONTANI DA UNA VERA DEMOCRAZIA SINDACALE
Dopo anni e anni di delusioni alcuni dipendenti Unicoop hanno provato a liberarsi dal giogo sindacal-aziendale. L'abbandono della tessera Cgil in questi casi è il primo passo. Poi si cerca chi possa rappresentare al meglio e nel caso dei magazzini e di altre realtà di Unicoop è stato scelto il sindacato di base USB. Sappiamo tutti le difficoltà dei sindacati di base nell'esser riconosciuti soggetti titolati a trattare con le aziende e in Unicoop non va diversamente. A questo si aggiunge la gravità dell'accordo sulla rappresentanza  tra sindacati confederali e confindustria firmato nel maggio scorso e formalizzato pochi giorni fa. Rimandiamo ai link per i dettagli, ma è evidente una cosa. E paradossale, oltre che patentemente ingiusto, che regole fondamentali sulla democrazia di rappresentanza sindacale vengano scritte dalle parti interessate a mantenere borbonici privilegi, anziché trovare la naturale cornice di una legge.
Non ci nascondiamo dietro un dito. E' evidente che sia sindacati che confindustria avrebbero in parlamento referenti che indirizzerebbero tale legge rispondendo ai loro desiderata, ma questo a noi pare l'unico percorso imprescindibile sulla via della democrazia e trasparenza.

DOVE IL LAVORATORE CONTINUA A PAGARE I SINDACATI CONFEDERALI PUR NON ESSENDO ISCRITTO
Aggiungiamo un'ultima osservazione. Della tassa Cgil, il lavoratore Coop (o chiunque altro) non si libererà mai. Si perché come nei film dell'orrore dove il mostro non muore mai, sebbene che il dipendente abbia abbandonato la tessere di Cgil o di Cisl o Uil, continuerà a pagarli. Stando a quanto scrive il Fatto Quotidiano, un buona parte degli introiti sindacali non deriva dalle tessere, ma da altrte due entrate: le quote relative alla presenza negli Enti Bilaterali e la quote di assistenza contrattuale. Queste ultime, stando all'articolosono una quota straordinaria che i sindacati e i datori di lavoro prelevano dalle buste paga dei lavoratori per aver concluso il contratto. Un premio per il lavoro fatto. Nell’ultimo Ccnl (contratto nazionale) dei metalmeccanici, ad esempio, Fim e Uilm hanno richiesto un contributo “una tantum di 30 euro per ogni lavoratore non iscritto al sindacato da trattenere sulla retribuzione”. Sul contratto, poi, era indicato il conto corrente bancario (presso il Credito cooperativo di Roma) su cui effettuare il versamento. Parlando di circa un milione di lavoratori è facile fare i conti. Per quanto riguarda i contratti del Commercio e del Terziario, la sola Filcams ha iscritto in bilancio 2,15 milioni che vanno moltiplicati per tre (cioè anche per Cisl e Uil) e poi per due (la parte datoriale). Il totale, quindi, è di circa 15 milioni di euro che rimpolpa bilanci spesso piuttosto magri. Un fiume di denaro assicurato dalla pratica del “silenzio-assenso”, per cui sono i lavoratori a dover mettere per iscritto il proprio rifiuto a versare la “tassa occulta”. Ma sono in pochi a saperlo.

IL BALLO DEL QUA QUA
In questo contesto siamo decisamente scettici verso chi vede in Landini il paladino di battaglie sulla democrazia di rappresentanza sindacale. Costui conduce schermaglie interne ad un sindacato dove la prima componente di iscritti sono i pensionati dello Spi-Cgil (ben il 52,5%, la Fiom è solo quarta con il 6%) e gli ultimi screzi con la segretaria Camusso appaiono un mero effetto scenografico. Quello che conta è già accaduto con la firma di maggio mentre il prode Landini era in tournée sulle tv nazionali.



12 gennaio 2014

I RENDIMENTI DEL PRESTITO SOCIALE DELLE COOP EMILIANE A CONFRONTO

Le Coop non sono tutte uguali e anche i rendimenti del prestito sociale lo testimoniano

I tassi a confronto di Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense

 


E' interessante vedere come reagiscono in periodo di crisi le grandi Coop della distribuzione e come cercano di arginare la flessione sui risparmi del prestito sociale degli ultimi due anni, periodo in cui la crisi si è fatta maggiormente acuta.

Consultando questa tabella tratta da un articolo dell'inserto Plus de Il Sole 24 Ore del 19 ottobre 2013,  ci si può fare un'idea rispetto ai dati relativi al 2012 (gli ultimi finora consultabili). Si noterà che la flessione sul prestito sociale non coinvolge indiscriminatamente tutte le Coop. C'è chi tiene botta e chi crolla. La maglia nera va senza dubbio alle Coop del Distretto Tirrenico (Unicoop Firenze -10,2%; Unicoop Tirreno -10%; Coop Cento Italia -12,6%). Le altre, esclusa qualche stecca come Coop Liguria (-8,6%) reggono l'urto. Primeggiano la piemontese Novacoop  e Coop Nordest (-2%).

Complessivamente la media della flessione sul prestito delle nove maggiori Coop è del 6,5%. Si può tracciare una riga e vedere chi sta sopra e chi sotto. Il crollo delle Coop del distretto Tirrenico non è spiegabile con la sola crisi. Sia Unicoop Firenze e Coop Centro Italia, in modo diverso, sono rimaste invischiate in gravi crisi bancarie (Mps e Popolare Spoleto), mentre per Unicoop Tirreno i problemi vengono da lontano, con 5 bilanci consecutivi in passività e una serie di difficoltà gestionali in corso di soluzione, tra cui primeggia quella degli iper campani. Questi eventi negativi si sono inevitabilmente riverberati sulla percezione di sicurezza delle Coop coinvolte provocando una fuoriuscita di flussi dai libretti di una certa rilevanza.

E' presumibile prevedere che il 2013 abbia riservato al prestito sociale delle Coop delle positive sorprese, visto che le acque sono andate parzialmente placandosi.

Se guardiamo le note positive invece, non sfugge che le Coop emiliane del cosiddetto Distretto Nordovest abbiano sostanzialmente tenuto e i soci non si sono particolarmente allarmati per l'ambiziosa e discutibile operazione di Unipol sul gruppo assicurativo Ligresti. Entriamo più nel dettaglio.

COOP ADRIATICA
E' la Coop  più brillante, molto dinamica e con progetti espansivi. Il prestito sociale è sceso da 1.914 milioni del 2011 a 1.832 milioni del 2012 (-4,3%) e nel biennio 2010-2102 ha ceduto complessivamente il 7,5%. I rendimenti al netto della tassazione del 20% previsti per il 2014 sono i seguenti:

Da 0 a 15.000 €: 1,20%
Da 15.000,01 a 25.000 €: 2,00%
Da 25.000,01 a 36.000 €; 2,80%

COOP CONSUMATORI NORDEST
Da sempre una delle Coop più attratte dalla finanza, anche con qualche scivolone che però non ha impedito al suo storico ex presidente, Marco Pedroni, di essere nominato alla guida di Coop Italia, nel giugno scorso. La Coop di Reggio Emilia ha retto bene la flessione del 2012 sul prestito sociale. L'ammontare complessivo era di 1.312 milioni contro i 1.340 del 2011 (-2%). Più marcata la flessione nel biennio critico 2010-12 (-8,25%).

La passione per la finanza di Coop Nordest emerge anche nella formulazione dell'offerta sul prestito sociale, simile a quella di Unicoop Tirreno. Ai tassi di riferimento previsti per il 2014 la Coop emiliana propone un meccanismo alquanto macchinoso di incentivi:
«Ai rapporti di prestito sociale esistenti al 31/12/2013, per l'anno 2014, limitatamente alla frazione di giacenza media eccedente la giacenza media calcolata nell'anno precedente, il calcolo interessi verrà effettuato applicando le maggiorazioni ai tassi d'interesse annui nominali previsti».

Qui davvero non ci siamo e non c'è neanche bisogno di entrare nel merito. Queste trovate lasciano alquanto perplessi, perché a prescindere dagli incrementi sventolati che non riproponiamo ma che potete leggere qui, prevedere quale sia il tasso di rendimento finale è praticamente impossibile. Sarebbe meglio ritoccare al rialzo tutti i rendimenti di base e lasciar perdere questo tipo d'approccio che trasmette una sensazione d'opacità e induce a dubitare. Forse i soci della nordest, che quando vogliono si fanno sentire, farebbero meglio a non farsi abbagliare dagli incentivi e a considerare i tassi di riferimento che al netto delle tasse sono i seguenti:

Da 0 a 3.000 €: 0,80%
Da 3.000,01 a 16.000 €: 1,20%
Da 16.000,01 a 27.000 €: 2,00%
Da 27.000,01 a 36.000 € 2,80%

Inoltre se la giacenza media supera i 33.000 € a semestre è previsto un bonus di 60 euro netti per ogni semestre.

COOP ESTENSE
La Coop modenese è diventata ormai tristemente famosa per le pessime relazioni sindacali e l'infinita vertenza sull'integrativo, di cui abbiamo ampiamente ragguagliato nel corso di questi anni. Il prestito sociale ha subito uno scivolone passando da 845 milioni del 2011 a 806 milioni nel 2012 (-4,6%). Se poi si osserva l'andamento nel biennio 2010-12 la flessione è stata del 7,9%. Questi sono i tassi netti proposti:

Da 0 a 2.500 €: 0,52%
Da 2.500,01 a 15.000 €: 0,80%
Da 15.000,01 a 36.000 €: 1,60%

Come si può notare anche a prima vista le differenze sui rendimenti tra le tre Coop emiliane sono marcate. Le abbiamo riportate per importi convenzionali con relativi tassi di rendimento al netto della tassazione:

Importo  Adriatica  Nordest  Estense  
  2.500       1,20%       0,80%     0,52%
  5.000       1,20%       0,96%     0,66%
10.000       1,20%       1,08%     0,73%
15.000       1,20%       1,12%     0,75%
20.000       1,40%       1,30%     0,97%
25.000       1,52%       1,44%     1,09%
30.000       1,73%       1,61%     1,18%
36.000       1,91%       1,81%*   1,25%

* Coop Consumatori Nordest prevede un bonus di 60 euro netti a semestre qualora nel semestre del 2014 la giacenza media superi i 33.000 euro. Se queste condizioni si verificano in ambedue i semestri il premio di 120 euro porterà il rendimento complessivo sull'importo massimo (36.000 euro) al 2,14%.



11 gennaio 2014

RELAZIONI SINDACALI UNICOOP FIRENZE-USB, PARTIRE (E INSISTERE) COL PIEDE SBAGLIATO


Questi delegati s'hanno da fare!



Nei magazzini di Unicoop Firenze, USB è dalle ultime elezioni (marzo 2013) il primo sindacato. Le RSU sono composte esclusivamente da delegati USB. La Cgil è scomparsa, con grande sollievo di tutti noi e palese disappunto di Unicoop Firenze.

Continua una guerra di logoramento in cui i responsabili aziendali frappongono ogni tipo di difficoltà ostacolando quella che dovrebbe essere la normale dialettica con i rappresentanti dei lavoratori, eletti d
emocraticamente (avverbio che trova resistenza a venir compreso in Unicoop).

Fin dall'inizio il lavoro dei delegati di magazzino è stato dunque osteggiato puntutamente e puerilmente dall'azienda fino alla vicenda dei delegati (mancanti) RLS. Per noi dei magazzini il tema della sicurezza riveste un'importanza centrale, in particolare dopo la morte sul lavoro del nostro collega Claudio Pierini avvenuta nel luglio 2011, quindi esigiamo che i RLS vengano eletti. Ma come sintetizza il post di USB che segue non è così facile, anche se il timore dei giornali riesce a penetrare persino menti particolarmente ottuse.

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A nove mesi dalle elezioni delle RSU in Unicoop Firenze non si è provveduto ancora all'importante designazione dei Rappresentanti alla Sicurezza. USB colma il vuoto e nei magazzini annuncia le elezioni RLS per il 16 gennaio 2014 ma la direzione della logistica Unicoop Firenze nega la stanza per il corretto svolgimento della tornata elettorale.

USB non arretra di un centimetro e conferma le elezioni RLS sul marciapiede di viale Europa al civico 51 e contestualmente indice  una conferenza stampa; appena sei ore dopo le nostre RSU ricevono un telegramma... Unicoop Firenze si piega e concede i locali per le elezioni... La lotta paga sempre. Di seguito il comunicato della nostra RSU:

Ebbene sì, anche se in ritardo di due giorni, la simpatica vecchietta è passata anche dal cedi di Scandicci e dal Meacci di Sesto Fiorentino, i magazzini della Unicoop Firenze.

I delegati sindacali USB della RSU, nella calza hanno trovato le stanze per effettuare la tornata elettorale per designare i delegati RLS che si dovranno occupare della sicurezza delle unità produttive della logistica. Quindi niente votazioni sul marciapiede di viale Europa !!!

E la conferenza stampa? Quella è stata momentaneamente sospesa, salvo poi essere indetta successivamente alle elezioni degli RLS, qualora la direzione della logistica decidesse di non riconoscere il numero dei delegati RLS dei due magazzini, requisito minimo previsto dall'art.47 del testo unico in materia di sicurezza.

Di questo risultato non vogliamo prenderci tutti i meriti, ma vorremmo ringraziare il direttore della logistica, senza il quale tutto ciò non sarebbe stato possibile… “grazie Fabio”. La rsu ringrazia tutti i lavoratori che ci hanno sostenuto e incoraggiato in questi giorni nel ricordo anche di Claudio, l' amico e collega scomparso nel luglio di due anni fa per un infortunio sul lavoro, nella speranza che il tema sicurezza sia un punto di incontro tra lavoratori, rappresentanti sindacali e azienda e non debba finire invece per trasformarsi in un campo di battaglia fatto di ricorsi e carte bollate.
 


11 gennaio 2014


08 gennaio 2014

UNICOOP TIRRENO PROVA CON GLI INCENTIVI SUL PRESTITO SOCIALE


Unicoop Tirreno, che tra le grandi coop è forse quella in maggior difficoltà, ripropone un'iniziativa già lanciata nel 2013, gli incentivi sul prestito, un'offerta nuova e un po' macchinosa nell'ambito del prestito sociale Coop






Che Unicoop Tirreno sia da tempo in difficoltà e noto. Ben cinque bilanci in rosso negli ultimi 5 anni parlano chiaro su com'è stata gestita la Coop toscana. Dopo le varie chiusure e cessioni degli anni scorsi in Campania e nel Lazio, le difficoltà per Unicoop sono ben lungi da finire. E' in atto il tentativo di rilanciare l'attività campana attraverso una newco con Coop Adriatica. La ristrutturazione riguarda in particolare l'iper di Afragola i cui dipendenti saranno sottoposti a pesanti decurtazioni orario/salario. Anche per altre criticità, come nella vertenza dell'iper di Viterbo a pagare sono stati i lavoratori che hanno dovuto accettare contratti di solidarietà. In entrambe le circostanze non può certo sfuggire che una parola chiave per il mondo Coop, come solidarietà, sia ad esclusivo impiego dei poveri cristi. Il gruppo dirigente che ha portato la cooperativa a questo punto non risponde del disastro, come sarebbe lecito attendersi, marcando invece la differenza tra due mondi ormai separati e lontani in cui i valori Coop, tanto strombazzati nelle pubblicità, si dissolvono quando si tratta di applicarli in casa propria, magari alla propria remunerazione. Figuriamoci poi se si esercita un doveroso mea culpa con logiche conseguenze come la rimozione di dirigenti.

La Coop livornese dunque, non poteva che pagar pegno per la pessima gestione sia in termini d'immagine che con una decisa flessione del prestito sociale. La fuga dai libretti è stata massiccia. Basti pensare che nel 2010 Unicoop Tirreno dichiarava un ammontare di 1.403 milioni, per scendere a 1.296 nel 2011 e nel 2012 scivolare ancora a quota 1.165 milioni. Il crollo è evidente quasi il 17% nel biennio 2010-12 e oltre il 10% nell'esercizio 2012. E' possibile che anche i dati relativi al 2013 non siano molto confortanti visto gli artifizi con cui Unicoop Tirreno cerca di attrarre risorse (o quantomeno ridurne il deflusso) attraverso il prestito sociale, capitale sempre più essenziale per le necessità della cooperativa.

Il prestito sociale in Unicoop Tirreno è retribuito a tassi crescenti per importi versati. In sostanza si premia chi deposita somme maggiori, altro approccio che, come per la solidarietà a senso unico, stride con la visione caratteristica del mondo valoriale cooperativo, ma non stiamo a sottilizzare. Attualmente sono previsti quattro scaglioni. Questi i tassi d'interesse annui dal 1 luglio 2013:

- Per importi fino a 5.000,00 euro: 1% lordo
- Per la quota da € 5.000,01 fino a € 15.000: 1,25% lordo
- Per la quota da € 15.000,01 fino a € 25.000: 2,00% lordo
- Per la quota oltre € 25.000: 2,50% lordo

La tassazione è del 20%. Unicoop Tirreno sente il bisogno di stimolare i soci che forse sono un po' riluttanti nell'affidarle i propri risparmi visto la gestione non esattamente impeccabile dell'azienda e su questi tassi base rilancia con degli incentivi, anch'essi differenziati per importo versato, coerenti sino in fondo. L'iniziativa già promossa nel secondo semestre del 2013 viene ora riproposta. Gli incentivi sono validi per i rapporti di prestito sociale attivi dal 1/01/2014 al 30/09/2014, ma il libretto deve essere attivo al 1 gennaio 2015, quando saranno accreditati gli interessi (vedi regolamento). Quindi alla remunerazione base annua andranno aggiunti gli incentivi nella seguente disposizione:

- Da 0 a € 5.000,00: +1% lordo
- Da 0 a € 5.000,01 a 15.000: 1,25% lordo
- Da 0 a € 15.000,01 a 25.000: 1,50% lordo
- Da 0 a € 25.000,01 a 34.000: 2,50% lordo

Anche qui la tassazione è del 20%, inoltre gli incentivi sono spalmati sul periodo 1/01-30/09/2014, quindi al massimo su 9 mesi. Dal 30 settembre 2014 i tassi torneranno ad essere quelli base  della prima tabella, a meno che in Unicoop non si inventino qualche altro marchingegno. Se calcoliamo quindi il rendimento annuo di tutto il 2014, riscontreremo i seguenti tassi:

- Da 0 a € 5.000,00: 1,75% lordo (1,40% netto)
- Da 0 a € 5.000,01 a 15.000: 2,187% lordo (1,75% netto)
- Da 0 a € 15.000,01 a 25.000: 3,25% lordo (2,50% netto)
- Da 0 a € 25.000,01 a 34.000: 4% lordo (3,2% netto)

Facciamo degli esempi pratici ipotizzando che la somma depositata resti invariata per tutto il 2014. Le percentuali e gli importi sono calcolati su base annua e al netto della tassazione:


1.000 euro rendono 1,40% = 14 euro

10.000 euro rendono 1,40% sui primi 5.000 e 1,75% sui 5.000 del secondo scaglione (70+87,50= 157,50 euro). Il rendimento medio annuo sarà del 1,58%.

20.000 euro rendono 1,40% sui primi 5.000 e 1,75% sui 10.000 del secondo scaglione e il 2,50% sui 5.000 del terzo scaglione (70+175+125= 370 euro). Il rendimento medio annuo sarà del 1,85%.


30.000 euro rendono 1,40% sui primi 5.000 e 1,75% sui 10.000 del secondo scaglione e il 2,50% sui 10.000 del terzo scaglione, infine il 3,20% sui 5.000 del quarto scaglione (70+175+250+160= 655 euro). Il rendimento medio annuo sarà del 2,18%.


Anche investendo la cifra massima di 34.000 euro il rendimento annuo lordo sarà del 3,25% (2,88% netto).

Forse qualcuno si domanderà perché Unicoop Tirreno non ha semplicemente ritoccato al rialzo gli interessi base, evitando gli incentivi. La risposta probabilmente sta nell'esposizione fatta. Certamente la pubblicità suona molto allettante, specialmente quando si scrive ben in vista «CON TASSO PIU' POTRAI AVERE INTERESSI FINO AL 4,50%».

05 gennaio 2014

LE VARIEGATE FORMULE DEL PRESTITO SOCIALE COOP



La Coop non è una, ma sono tante e molte cose cambiano tra una Coop e l'altra

Per esempio le regole sul Prestito Sociale








Lo slogan pubblicitario, ormai un mantra un pò scolorito, La Coop sei tu è stata una bella trovata, ma ha fatto il suo tempo e soprattutto la Coop non è una, ma un universo. Più realistico sarebbe mutuare un vecchio slogan di Carosello: le Coop sono tante, milioni di milioni. Il mondo delle coop è infatti così variegato e differenziato che ogni Coop fa storia a se.
Questa differenziazione si manifesta anche nella remunerazione dei soci prestatori e nelle condizioni loro offerte. Nel corso degli anni, se si eccettua la fisiologica variazione dei tassi corrisposti che peraltro varia da coop a coop, sono emersi mutamenti e novità anche nell'impostazione del prestito.

La formula classica
E' la più cristallina. Attualmente in uso solo in Unicoop Firenze e Coop Centro Italia. Ad una determinata cifra, qualunque essa sia fino alla classica soglia di circa 35.000 euro, i tassi di rendimento sono indifferenziati. Secondo il nostro modo di vedere è la soluzione che più coerentemente si attaglia alla cooperativa, perché remunera i soci prestatori allo stesso modo, sia che essi depositino 1 euro o 35.000.

La formula a rendimenti differenziati per fasce
E' il sistema adottato dalle altre 7 grandi coop della Gdo. Si stabiliscono varie fasce con soglie intermedie da 0 a 35.000 euro e si remunera a tassi crescenti in relazione alle somma depositata. Insomma chi ha meno prende meno. Troviamo questa formula esosa e non in linea con i valori cooperativi di solidarietà e uguaglianza. Ma tant'è.

Il prestito vincolato
E' una novità relativamente recente introdotta da Unicoop Firenze (2011) e consiste nel lasciar vincolata una certa somma per un determinato arco temporale. Nel caso di Unicoop Firenze sono 18 mesi, anche se il prestito può essere tacitamente rinnovato se il socio non esprime per scritto 30 giorni prima della scadenza intenzioni diverse (vedi al regolamento art. 5 bis, comma 4). Aggiungiamo che, come per la formula a fasce differenziate, questa postilla ci sembra del tutto fuori linea con un approccio di trasparenza e valoriale, anche perché molti soci coop sono anziani e il tacito assenso rischia di imporre loro un rinnovo non desiderato per ulteriori 18 mesi. Più recentemente questa strada è stata intrapresa anche da Coop Centro Italia con scadenze a 6 e 12 mesi, non risulterebbe la clausola del tacito rinnovo. La coop umbra si appresta a varare un prestito vincolato a 36 mesi, un unicum nel mondo del prestito sociale coop. Anche Unicoop Tirreno è ricorsa a questo tipo di prestito nell'arco del 2012.

La formula ad incentivi crescenti
E' una novità assoluta introdotta da Unicoop Tirreno. La Coop con sede a Vignale utilizza tassi di rendimento differenziati per fascia, ovvero come già detto il tasso cresce se la somma depositata supera determinate soglie. Si va attualmente dall'1% per somme depositate fino a 5.000 euro fino al 2,5% per la fascia che eccede oltre i 25.000 euro. A questi tassi base per il periodo dal 1/01/2014 al 30/09/2014 la coop aggiunge un incentivo, che varia anch'esso a seconda della cifra depositata (+1% lordo fino a 5.000 euro e si arriva a +2% oltre i 25.000 euro. Un meccanismo un pò artificioso su cui saremo più chiari in un prossimo post dedicato. Tutti i rendimenti citati sono al lordo della tassazione che attualmente è al 20%.

Ovviamente ogni Coop può scegliere anche di adottare più formule. Da questo punto di vista Unicoop Tirreno è l'esempio paradigmatico: le ha usate tutte.



04 gennaio 2014

BANKITALIA SANZIONA ANCORA MPS, PER CAMPAINI LE MULTE SALGONO A 444 MILA EURO

E' la terza tornata di sanzioni che la Banca d'Italia commina agli ex vertici e all'ex Cda di Monte Paschi

Per il presidente di Unicoop Firenze, Turiddo Campaini, ex membro del Cda Mps, le multe ammontano complessivamente a 444 mila euro




Chissà nella sua intimità il nostro presidente Turiddo Campaini quante volte avrà maledetto quel giorno in cui Unicoop Firenze cominciò ad investire (strategicamente, s'intende) sul Monte de' Paschi. Forse si sarà sfogato con qualche amico e dirigente storico della cooperativa, come Golfredo Biancalani. Forse avrà meditato di uscire dall'avventura disastrosa, per poi convincersi che dovevano resistere al ciclone che si stava abbattendo ferocemente sulla banca senese e tutti coloro che ne avevano tirato le fila. Chissà quante volte i pensieri lo avranno assillato nella sua camera ad Empoli, prima di dormire.

Oltre a tutto questo c'è la beffa delle multe che la Banca d'Italia ha comminato in ben tre tornate (sarà l'ultima?) ai vertici e consiglieri della vecchia gestione di Mps. Campaini è stato sanzionato complessivamente per ben 444 mila euro. Forse allo storico presidente di Unicoop Firenze sono più queste multe (che non pagherà lui di tasca, ça va sans dire) a pesare più dei 400 milioni immolati sulla toscanità del Monte.

La prima fu nell'aprile dello scorso anno. La Banca d'Italia contestava a Mussari e al Cda di Monte Paschi di allora la violazione della normativa in materia di contenimento dei rischi finanziari e carenze nell'organizzazione e nei controlli interni. In quella circostanza il presidente di Unicoop, Campaini, in qualità di membro del Cda fu sanzionato per 225 mila euro.

La seconda fu a luglio 2013.
Bankitalia procede ad un'altra raffica di sanzioni
per violazione delle disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione da parte dei componenti il consiglio di amministrazione; violazione delle disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione e violazione degli obblighi di comunicazione all’organo di vigilanza da parte dei componenti il collegio sindacale. Quella comminata a Campaini è di 90 mila euro.

E si arriva alla terza di questi giorni.
Banca d'Italia, una sorta di pompieri che arrivano sul luogo dell'incendio a fuoco estinto, molla un altro cazzottone ai verici della passata gestione
in relazione alle violazioni commesse sul Fresh, il prestito convertibile da 1 miliardo con cui venne in parte finanziato l'acquisto di Antonveneta. Campaini a questo giro si becca 129 mila euro. Speriamo sia finita qui.

03 gennaio 2014

COOP LIGURIA, LAVORATRICE IPER DI SARZANA INVESTITA DA UN MULETTO

Serio incidente all'ipercoop di Sarzana, gruppo Coop Liguria





Sarzana
- Drammatico incidente questa mattina all'Ipercoop di Sarzana. Una donna di 45 anni è rimasta schiacciata fra un muletto ed il montante di un pancale, riportando un trauma all'addome. I sanitari del 118, intervenuti sul posto, hanno stablizzato la lavoratrice per poi accompagnarla al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Andrea della Spezia in codice rosso.         


2 gennaio 2014

www.cittadellaspezia.com   

01 gennaio 2014

CONSIDERAZIONI SUL 2013 DELLE COOP E I POST PIU' LETTI NELL'ANNO


Il 2013 nel mondo Coop


Ecco quali sono state le pagine più visitate del blog nell'anno appena trascorso







Un anno molto importante per il mondo Coop. Senz'altro la crisi ha contribuito a mettere ancor più in risalto le fragilità di alcune realtà già in affanno. L'anno appena trascorso però ci ha indicato ancora di più come la finanza sia determinante dentro le coop, mettendo in evidenza dubbi relativi alla loro mission in relazione agli aspetti mutualistici, oltre a palesi incompetenze che hanno generato perdite abissali di cui nessuno risponde. Un universo sempre più autoreferenziale e refrattario a qualsiasi autocritica.

Il 2013 dei dipendenti Coop
Non c'è dubbio che la cessione di Dico Discount abbia palesato i limiti manageriali delle Coop che gestivano la società. Pensiamo però anche ad Unicoop Tirreno e in particolare alla vertenza campana, ma anche Coop Estense, dove le pessime relazioni sindacali hanno portato i lavoratori ad uno sciopero il 23 dicembre scorso, sebbene la cooperativa modenese sia responsabile di una contrapposizione con i dipendenti che viene da ben più lontano. Di solito quando un'azienda non va bene questo, com'è ovvio, si riverbera automaticamente sulle relazioni sindacali con un aumento forte della conflittualità interna, una sorta di carina di tornasole. Le Coop hanno goduto  spesso e continuano a godere di relazioni privilegiate con i sindacati (Filcams-Cgil in testa) il che  ha permesso loro di gestire le aziende in una sorta di pax sociale. Tutto questa architettura comincia a scricchiolare e non solo nelle Coop sopra citate. Le insofferenze verso i sindacati confederali che già covavano, hanno trovato in parte naturale collocazione altrove e così i sindacati di base stanno conquistando spazi sempre maggiori. D'altra parte il PD che è sempre stato punto di riferimento politico per le Coop, come la Cgil lo è per la parte sindacale, pare aver imboccato con la guida Renzi una via  che potrebbe non garantire sufficientemente certe tutele passate.

Il 2013 delle Coop nella finanza
E' l'altro aspetto del mondo Coop di cui il blog si occupa spesso. Ha rivestito nel corso degli anni un ruolo sempre crescente e spesso negativo nelle strategie e nei bilanci delle Coop. E' importante che i dipendenti Coop si tengano informati su come la loro cooperativa investe le risorse ed il consiglio è quello di fare uno sforzo per seguire con attenzione le attività finanziarie almeno della propria Coop. Non può passare inosservata, per fare un esempio, la partecipazione finanziaria di Coop Estense nell'acquisizione di Fonsai tramite Unipol e contemporaneamente la manifesta avversione nel rinnovare un contratto integrativo scaduto da 7 anni. Ma gli esempi in questo senso possono essere molti.
Senza dubbio quella dell'acquisizione di Fonsai da parte di Unipol (quindi delle maggiori Coop) è la notizia di maggior spicco. Non dimentichiamo però anche quella che auspichiamo essere la conclusione della nefasta partecipazione di Unicoop Firenze in Monte Paschi, dopo l'abbandono del presidente di Unicoop, Campaini, del Cda della banca di Siena e la riduzione marcata delle azioni detenute. Ci sono inoltre storie minori, ma assai istruttive come quella della scalata di una cordata di imprenditori umbri a cui partecipa Coop Centro Italia per il controllo della Banca Popolare di Spoleto.

Il 2013 dei scoi prestatori Coop
E' stata una piacevole sorpresa la proliferazione di articoli sul prestito sociale e sulla finanza delle Coop che abbiamo visto quest'anno. Una serie di pregevoli pezzi su Il Sole 24 Ore hanno riportato una radiografia accuratissima cooperativa per cooperativa, altri si sono concentrati più in generale sul rapporto delle Coop con la finanza, come Il Fatto Quotidiano. Se diamo un'occhiata a come si sta muovendo il prestito sociale ci rendiamo conto come esso sia, oltre che un'eccezionale risorsa per le cooperative, un'altra cartina di tornasole che può darci indicazioni sullo stato di salute della singola Coop, proprio come lo sono le relazioni sindacali. Troverete infatti una varietà di trattamenti, soluzioni e differenziazione di tassi tra una cooperativa e l'altra. Anche su questo l'inserto Plus de il Sole ha pubblicato un'esplicativa tabella.

Questi sono in estrema sintesi gli elementi salienti che hanno caratterizzato il mondo Coop della grande distribuzione nel 2013. Quella che segue è la classifica dei post più letti. Non vi troverete alcune notizie forti, come l'acquisto di Fonsai da parte di Unipol o la vertenza degli Ipercoop campani di Unicoop Tirreno, perché argomenti ampiamente trattati da giornali locali e nazionali. Appare comunque nel suo insieme una graduatoria abbastanza significativa.


1) Il prestito sociale in flessione (4/01/2013)

2) Campaini: «La borsa è sinonimo di speculazione ed incompatibile con la Coop» (19/02/2013)


3) Dico Discount, Tuo le mani sulla Coop (11/03/2013)

4) Caso Mps: Unicoop Firenze dovrebbe rassicurare i propri soci (25/01/2013)

5) Vendita Dico Discount, la parola ai lavoratori (14/03/2013)

6) La vicenda Dico: 400 persona in mobilità (6/06/2013)

7) Con Ingrande Coop entra nel ramo Wharehouse, prima che ci pensino gli stranieri (16/03/2013)

8) Unicoop Firenze, bilancio 2012: un disastro annunciato (3/06/2013)

9) Unicoop Tirreno: parla il presidente Marco Lami
(7/06/2013)

10) Magazzini Unicoop Firenze, muletto in retromarcia investe un operaio: è grave (6/02/2013)